“Offrire a tutto il mondo una rinnovata Carta dell’umano, come superamento e integrazione di quella dei diritti, spesso ignorati, e che sappia includere tutte le ragioni che ci definiscono oggi come esseri umani”. Questo – ha spiegato il card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, durante la conferenza stampa di presentazione in sala stampa vaticana – l’obiettivo del secondo World Meeting on Human Fraternity (Wmhf), organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti e intitolato #BeHuman, in programma il 10 e l’11 maggio in Vaticano e in 12 luoghi significativi della città di Roma – tra cui il Campidoglio, il Palazzo della Cancelleria, l’Accademia dei Linei, Palazzo Rospigliosi, il Cnel, il Salone d’onore del Coni – dove verranno allestiti 12 differenti tavoli tematici a cui parteciperanno 30 Premi Nobel per la pace, scienziati, economici, sindaci – tra cui il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – manager, lavoratori, campioni dello sport e semplici cittadini da tutto il mondo. “Dio non fa differenze tra gli uomini, non si fa contenere nelle culture, espande la capacità di essere uomini e donne in questo grande principio della fraternità, affidatoci dal Papa con la sua enciclica, che esorta a riconoscersi come fratelli per camminare insieme”. “Insieme al Santo Padre – ha spiegato Gambetti – vogliamo favorire la nascita di quello che vorremmo diventasse un movimento non solo per ribadire il no alla guerra e il sì alla pace, ma per costruire un paradigma inclusivo, capace di valorizzare le differenze, di rispettarle e di mettere a sistema la capacità ogni persona di dare un contributo positivo ad un mondo in cui sembra stia dissolvendosi la capacità di essere uomini e riconoscersi come uomini, e dove le motivazioni di carattere etico sono in dissoluzione, visti i disastri che riusciamo a perpetrare a livello di conflitti, per quanto attiene ambiente e al divario sempre più forte tra ricchi e poveri, con situazioni di marginalità sempre crescenti”.