Impegni e priorità del Meic diocesano di Cagliari (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) saranno discussi nel corso dell’assemblea di iscritti e non in programma martedì 7 maggio (ore 19,30) nei locali della parrocchia SS. Giorgio e Caterina (via Gemelli, Monteurpinu). Il Meic, fondato a Cagliari nel 1932 da mons. Giovanni Battista Montini (futuro papa Paolo VI) e anche da un gruppo di universitari sardi, offre, per mandato associativo, spazi di riflessione e dialogo aperto col contributo di credenti che abitano consapevolmente la città dove si trovano e si incrociano genti, culture, religioni, stili di vita diversi. “Questo significa – dicono i responsabili del Movimento – costruire reti relazionali aperte, con i valori fondamentali della cultura laica e cattolica, cioè Vangelo, Vaticano II e la nostra Costituzione, che diventano tesoro per generare un futuro ricco di umanità e ospitale per le prossime generazioni”. Dopo l’Azione Cattolica, il MEIC è uno dei gruppi più longevi tra i 47 che formano il panorama attuale dell’associazionismo cattolico della diocesi cagliaritana. L’atto fondativo risale al 5 settembre 1932, quando i giovani laureati partecipanti al XIX congresso nazionale della Fuci (Federazione universitari cattolici italiani), in svolgimento a Cagliari, propongono un ordine del giorno per la costituzione del Movimento dei laureati cattolici (dal 1980 prende il nome di Meic). Il voto congressuale viene trasmesso da monsignor Ernesto Maria Piovella a Papa Pio XI che lo approva il 10 settembre successivo. Consistente il numero dei sardi che votarono quell’ordine del giorno: tra gli altri Gino Atzeri, Gigi Fantola, Enrico Carboni, Giovanni Dore, Angela Mari, Antonio Dessì, Aurelio Espis e Remo Branca.