“L’offensiva militare israeliana a Rafah potrebbe portare alla fase più mortale di questo conflitto, infliggendo orribili sofferenze a circa 1,4 milioni di civili sfollati nella zona”. È quanto dichiarato da Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc), in seguito agli ordini di “evacuazione forzata e illegale” a Rafah. “Gli ordini di ricollocazione emessi oggi da Israele a migliaia di abitanti di Gaza, ordinando loro di trasferirsi ad Al-Mawasi, sono più che allarmanti. La zona è già sovraffollata e priva di servizi vitali – denuncia Egeland –, non ha la capacità di ospitare il numero di persone che attualmente cercano rifugio a Rafah, senza garanzie di sicurezza, alloggi adeguati o ritorno una volta finite le ostilità per coloro che sono costretti a trasferirsi”. Per Nrc, “l’assenza di queste garanzie fondamentali di sicurezza e ritorno, come richiesto dal diritto internazionale umanitario, qualifica le direttive di ricollocazione di Israele come trasferimento forzato, equivalente a una grave violazione del diritto internazionale. Qualsiasi operazione militare israeliana a Rafah – che è diventata il più grande ammasso di campi profughi nel mondo – causeranno potenziali atrocità di massa”. Davanti a tale situazione, ribadisce Egeland, “il sistema degli aiuti è destinato a crollare, lasciando coloro che fuggono dall’avanzata delle forze israeliane vulnerabili alla fame e alla sofferenza”. “Chiediamo urgentemente ad Hamas e Israele – è l’appello del Nrc – di concordare un accordo che possa porre fine allo spargimento di sangue ed evitare ulteriori ostilità. Il verdetto della storia sarà duro nei confronti degli uomini che hanno continuato una guerra che uccide innumerevoli donne e bambini. Le parti devono fare di più per proteggere i civili e garantire la consegna sicura degli aiuti durante questa offensiva. Sia Israele che i gruppi armati non statali palestinesi devono accettare un cessate il fuoco immediato e duraturo come unico modo per salvare vite umane, rilasciare ostaggi e garantire che aiuti sufficienti raggiungano le persone in tutta Gaza”.