Panama: il conservatore Mulino, delfino del controverso ex presidente Martinelli, è il nuovo presidente. Ruolo attivo della Chiesa con quasi 4mila osservatori

José Raúl Mulino, delfino dell’ex presidente di origine italiana Ricardo Martinelli, escluso per corruzione e attualmente esiliato in Nicaragua, dove ha trovato asilo politico, è il nuovo presidente di Panama. Una vittoria netta, nonostante il candidato, che rappresenta una proposta di destra liberista, abbia avuto la certezza di partecipare alle elezioni al posto di Martinelli, grazie a una sentenza della Corte suprema, soltanto venerdì, due giorni prima del voto. La sua promessa di riportare ricchezza nelle tasche della popolazione ha convinto gli elettori, mentre l’economia del Paese risente delle criticità del celebre Canale, il cui traffico di è ridotto per vari fattori, non ultima la siccità degli ultimi mesi. Quando lo scrutinio è giunto all’87% dei voti scrutinati, Mulino è al 34,4%, quasi 10 punti in più rispetto al candidato antisistema Ricardo Lombana del Movimiento Otro Camino; quindi, l’ex presidente Martín Torrijos (2004-2009) del Partito popolare (16%). Le elezioni sono state caratterizzate da grande frammentazione il grande sconfitto, con una percentuale inferiore al 6%, è Gabriel Carrizo, del Partito rivoluzionario democratico, di matrice progressista, l’attuale forza di Governo. Oltre tre milioni di persone si sono recate alle urne per eleggere anche parlamentari e sindaci.
La giornata elettorale è stata caratterizzata da un’alta affluenza alle urne e dall’assenza di gravi incidenti, pur in presenza di alcune denunce di irregolarità e di fragilità democratica, che sono giunte anche grazie all’instancabile lavoro della Chiesa panamense, che ha promosso occasioni di dibattito tra i candidati e ha dislocato quasi 4 mila osservatori elettorali, a nome della Commissione Giustizia e pace, in tutto il Paese. In un messaggio al Paese dopo lo spoglio di quasi il 50% dei voti, mons. José Domingo Ulloa Mendieta, arcivescovo di Panama, ha chiesto alle autorità elette di “non deludere il nobile popolo panamense e di dedicarsi a servirlo”. Si è inoltre congratulato con tutti i panamensi per la loro massiccia partecipazione a queste elezioni generali, con cui “hanno dimostrato il loro amore per Panama” recandosi alle urne.
“È opportuno ribadire ancora una volta che la democrazia e l’esercizio della cittadinanza non finiscono qui. Da domani dovremo indossare tutti la stessa divisa, quella di Panama, e coloro che saranno eletti dovranno continuare ad ascoltare la realtà del nostro popolo, per poter vivere in modo equo”, ha concluso l’arcivescovo. Già dopo la mattinata, la Chiesa panamense aveva fatto conoscere alcune delle evidenze cui sono giunti gli osservatori elettorali. In particolare, nel 32% delle sezioni è mancata la presenza di funzionari della Procura elettorale. Il 9% degli elettori si è trovato impossibilitato a votare. Nel 4% dei casi gli osservatori non sono riusciti ad avere accesso ai seggi. Nel 3% delle sezioni è stata osservata una compravendita di voti, e nel 4% casi di brogli.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia