“La Chiesa cattolica guarda positivamente a tutti i tentativi sinceri di cooperazione pacifica tra Paesi e popoli diversi”: comincia così una dichiarazione pubblicata oggi dalla commissione Justitia et Pax della diocesi di Stoccolma, che guarda alle elezioni del Parlamento europeo (previste in Svezia il 9 maggio). Se “alcuni dei pionieri del progetto europeo” erano politici cattolici, come Robert Schuman, Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer, la complessità dell’Ue oggi, per “forme e contenuti della cooperazione”, può e deve essere “esaminata criticamente, come qualsiasi altra istituzione politica”. Criterio sia la distinzione posta dalla Dottrina sociale tra valori assoluti e valori di saggezza pratica: mentre sui secondi i cattolici possono avere idee discordanti (in temi come, ad esempio, aliquote fiscali, politica migratoria, sostegno all’agricoltura e così via), non è possibile derogare ai valori assoluti, come il tema della difesa vita, dal concepimento alla morte naturale. La dichiarazione spiega poi che siccome in Svezia tutti i partiti in Parlamento sostengono l’aborto, “ciò rende difficile per i cattolici e gli altri cristiani trovare partiti e candidati per cui votare in buona coscienza”. Requisito minimo è che il candidato per lo meno non abbia “alcuna intenzione di incoraggiare, facilitare e consentire ulteriormente l’aborto”. In assenza di ciò, si voti scheda bianca, cosa che invalida il voto, ma mostra la volontà di esercitare il proprio diritto e dovere civico, pur esprimendo che non c’è “un’alternativa accettabile per cui votare senza commettere effettivamente un peccato, facilitando ulteriori violazioni del principio della dignità umana”.