Diocesi: mons. Morandi (Reggio Emilia), “nella Sindone è impressa la follia dell’amore di Cristo”

“Nella Sindone è impressa la follia dell’amore di Cristo, il più ‘bello’ fra i figli d’uomo; una bellezza che non è cosmetica, ma è icona dell’amore realizzato”. Lo ha ricordato sabato l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Giacomo Morandi, durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto nella chiesa di San Girolamo, dove è conservata nell’oratorio una riproduzione – a grandezza naturale – della Sindone.
Nell’omelia pronunciata in occasione della festa liturgica della Sacra Sindone, il presule ha sottolineato che venerando il telo di lino dove è impresso il corpo di Cristo, ci si rende conto del male dell’uomo che ha portato Cristo a patire e morire e nel contempo il suo grande amore per l’umanità tutta. Ecco perché – ha proseguito – nel preconio pasquale si cita la “felix culpa” dei nostri progenitori Adamo ed Eva; per il nostro riscatto Gesù compì un atto di amore incommensurabile, “folle”, offrendo la propria vita per ogni uomo.
L’arcivescovo ha diffusamente commentato il brano del Vangelo di Marco che racconta dell’andata delle donne al sepolcro, vuoto, della scoperta che il lenzuolo era ripiegato; inoltre ha insistito sul valore della celebrazione liturgica “squarcio di Paradiso”, della Gerusalemme celeste sulla terra. E poi ha rivolto questa domanda: le decisioni che ognuno prende sono connesse al fatto che tutti risorgeremo come indicano i libri sacri? Si ha spesso, invece, un atteggiamento di estraneità, distanza. L’uomo – ha ricordato – non è destinato ad una sepolcro nel cimitero, ma è in cammino verso la Gerusalemme celeste; mai si deve dubitare dell’amore di Dio e della sua presenza che accompagna e sostiene anche se si attraversa una valle oscura.

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