Aggiornamenti Sociali: padre Riggio (direttore), “ancora oggi è possibile operare per la pace”

“Non c’è pace per la pace. Mentre i venti di guerra soffiano nel mondo, sembra che per la pace non ci sia più spazio, nemmeno a livello mentale”. Su questi temi riflette padre Giuseppe Riggio, direttore di Aggiornamenti Sociali, nell’editoriale del nuovo numero della rivista. “La pace non può essere dimenticata e non è qualcosa che possiamo permetterci di lasciare gestire solo a pochi, perché la sua assenza è un dramma che riguarda tutti. Per questo, il 17 e il 18 maggio a Verona si svolgerà l’iniziativa ‘Arena di Pace 2024 – Giustizia e pace si baceranno’, organizzata da diverse testate cattoliche insieme alla diocesi di Verona, per confrontarsi insieme a papa Francesco – che sarà presente all’Arena domenica 18 – su questo tema essenziale”. I “Dialoghi” sono invece dedicati allo sguardo sull’Unione europea che hanno i cittadini, le realtà della società civile e i sindacati, attraverso le voci della greca Ellie Varchalama, di Giuseppe De Marzo e di Giovanna Cavallo e del giovane polacco Łukasz Kołodziej.
Torna l’appuntamento annuale con Maria Flavia Ambrosanio e Paolo Balduzzi riguardo la legge di bilancio del Governo, “che dimostra ancora una certa precarietà”, secondo la rivista dei Gesuiti di Milano. Segue l’intervista a mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi di Milano, rispetto alla posizione della Chiesa ambrosiana sulla vicenda della scuola di Pioltello che nelle scorse settimane ha deciso di chiudere nel giorno di fine del Ramadan, suscitando numerose polemiche.
Tornando all’editoriale, tra l’altro vi si legge: “Se si considera la storia europea di questi decenni per quanto riguarda il discorso e le azioni sulla pace, due tratti si impongono sugli altri. Innanzi tutto, il nesso subito evidente tra il favorire le occasioni di conoscenza reciproca e il miglioramento delle condizioni economiche per giungere a reale pacificazione. In secondo luogo, a livello di principi, e anche in numerosi casi concreti, la chiara e ferma consapevolezza che la priorità va accordata alla capacità di dialogare e di negoziare con quanti hanno posizioni e interessi diversi o addirittura opposti”. Si può dunque “riformulare questa affermazione in altri termini: come europei abbiamo capito che i conflitti fanno parte naturale della storia dell’umanità, ma che la via per la loro risoluzione non necessariamente coincide con la guerra”. Questa prospettiva, “per quanto iscritta in profondità nel cammino che abbiamo fatto come popoli europei, sembra oggi vacillare, essere messa in dubbio o dimenticata. Eppure anche oggi, facendo memoria dell’opera di riconciliazione collettiva che sta alla radice dell’intuizione europea, è possibile operare per la pace”. Qui l’editoriale del direttore Riggio.

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