Donazioni di sangue: Musso (Fidas), “istituzioni considerino problematiche legate a carenza di personale in centri di raccolta”

“Affrontare meglio e più approfonditamente il tema della carenza di personale medico-sanitario nei centri trasfusionali”. Una questione prioritaria per Fidas, soprattutto “alla luce del via libera al decreto della Conferenza Stato-Regioni, arrivato giovedì 30 maggio, che definisce il meccanismo premiale, a valere sul 2027, del fondo per l’implementazione del Pon 2023-2027 e al provvedimento che inserisce modifiche del sistema informativo nei pronto soccorso, necessarie alla rilevazione della violenza di genere contro le donne”.
Si individuano così “gli obiettivi e le linee strategiche per l’attività trasfusionale e l’utilizzo appropriato dei farmaci plasmaderivati. Le disposizioni e il loro raggiungimento avvengono grazie alla prevista donazione volontaria e gratuita. Oltre all’indicazione del fabbisogno sono ripartite, per ogni regione, le risorse necessarie pari a 6 milioni di euro per l’anno 2024, inerenti gli interventi di miglioramento organizzativo delle strutture dedicate alla raccolta, secondo i seguenti criteri: per il 50% dell’indice di popolazione residente; per il 30% dell’indice di conferimento plasma; per il 20% dell’indice di programmazione del conferimento plasma”.
“Il testo approvato dalla Conferenza Stato-Regioni inerente il Programma nazionale per l’autosufficienza di sangue e plasma 2024 – afferma Giovanni Musso, fresco della conferma di presidente di Fidas – rappresenta un passo significativo nella regolamentazione e nella gestione di risorse vitali per il sistema sanitario nazionale. Tuttavia, è necessario evidenziare alcune criticità che meritano un’attenzione più approfondita. In primo luogo, il decreto non affronta in modo sufficiente la questione cruciale della carenza di personale nei centri di raccolta sangue e plasma”.
Musso evidenzia: “Questa problematica, sollevata ripetutamente da Fidas e dalle altre associazioni e Federazioni di donatori nelle sedi istituzionali competenti, rappresenta un ostacolo significativo per l’efficienza e l’efficacia del sistema di raccolta e gestione del sangue e del plasma. Il richiamo alle linee guida per la telemedicina, rappresenta un avanzamento importante, ma insufficiente rispetto alla complessità delle difficoltà operative che i centri raccolta e le unità di raccolte associative stanno affrontando”.
Per il presidente di Fisa, “è necessario un impegno più incisivo e concreto da parte delle autorità competenti per garantire risorse umane adeguate, sia in termini di quantità che di qualità, per supportare adeguatamente i processi di raccolta e trattamento del sangue e del plasma”. “Pur riconoscendo gli sforzi compiuti con la pubblicazione del decreto, è essenziale che le istituzioni considerino con maggiore attenzione e urgenza le problematiche legate alla carenza di personale nei centri di raccolta. Solo così sarà possibile garantire un servizio efficiente e rispondere in maniera adeguata alle necessità della popolazione e del sistema sanitario nel suo complesso”, conclude Musso.

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