Dipendenze: Squillaci (Fict), “l’approccio multidisciplinare unica strada per garantire diritto alla cura”

(Foto Fict)

“Occorre calare gli elementi di difficoltà e disagio che provengono dalle dipendenze nel contesto attuale che è già caratterizzato dalla complessità, non dimenticando che i fattori legati alle dipendenze aumentano ulteriormente la complessità”. Lo ha ricordato stamattina Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), in occasione del convegno “La presa in carico delle fragilità tra il senso e il fare”, promosso stamattina a Bologna, presso il Villaggio del Fanciullo, cooperativa sociale del Gruppo Ceis. “L’approccio multidisciplinare – ha osservato – non è un’ipotesi di un percorso metodologico corretto, è l’unica strada percorribile per garantire il diritto alla cura”. Squillaci ha anche sottolineato come “la rivoluzione individuata da Franco Basaglia di passare dalla centralità del luogo di cura alla centralità della persona, a distanza di quarant’anni, non sia ancora compiuta”. Tra gli ostacoli citati dal presidente della Fict, “la categorizzazione dei problemi, che non permette di prendere in carico la complessità, e la tipizzazione delle prestazioni”. Tra le questioni importanti, “la questione di senso di ciò che si fa da riscoprire e l’integrazione territoriale”. Guardando al futuro, “si dovrà affrontare la questione di genere”: “Nelle nostre strutture dell’area dipendenze il 18% è rappresentato dal genere femminile, mentre nel pubblico non super il 14%. Dai dati che abbiamo sulle persone con problemi di dipendenza le 15enni-16enni hanno raggiunto e superato i loro coetanei maschi. Quindi, c’è la necessità di affrontare la questione della differenza di genere per le dipendenze, senza dimenticare che nell’abuso di psicofarmaci senza ricette le donne sono di più degli uomini”. Infine, Squillaci ha ricordato la riduzione in atto del numero di educatori: “Negli ultimi 5 anni si è registrato un calo del 30% all’interno dei servizi. La principale motivazione è la mancanza di sicurezza”.

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