Giornata senza tabacco: Capelli (Cnapps), “l’uso composito dei prodotti da fumo rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica”

“La riduzione dei fumatori registrata negli ultimi 15 anni coinvolge tutte le fasce di età e sia uomini che donne, ma con modalità e ritmi diversi. La quota di fumatori si riduce sia fra gli uomini che fra le donne ma fra queste ultime la riduzione risulta più lenta e il risultato è che oggi le donne hanno in parte eroso il vantaggio che storicamente avevano sugli uomini. La riduzione dell’abitudine al fumo si riscontra in generale in tutte le fasce d’età, ma è sostenuta soprattutto dalle coorti più giovani; tuttavia se fra le coorti più giovani si riduce la quota di consumatori di sigarette tradizionali, va di contro aumentando la quota di consumatori, duali o esclusivi, di altri prodotti del fumo (fra e-cig e tabacco riscaldato)”. È il quadro che emerge dal campione di oltre 63mila adulti (18-69enni) raccolto nel biennio 2022-2023 dalla sorveglianza Passi coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), i cui dati vengono diffusi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra il 31 maggio.
Il consumo medio giornaliero è di circa 12 sigarette, tuttavia 22 fumatori su 100 ne consumano più di un pacchetto. Il fumo di sigaretta è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% rispetto al 21%) e riguarda molto di più le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione. La variabilità territoriale mostra in testa alla classifica delle Regioni con le più alte quote di fumatori alcune realtà del Centro-Sud, come Umbria e Campania. Inoltre, un terzo dei fumatori intervistati dichiara di aver tentato di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti, restando almeno un giorno senza fumare. Ma nella stragrande maggioranza dei casi (quasi il 78%) il tentativo fallisce: solo una bassa quota (11%) raggiunge l’obiettivo e riferisce di aver smesso di fumare da più di 6 mesi.
Nel biennio 2022-2023 a fronte di una quota di fumatori pari al 24%, il 20% riferisce un uso esclusivo di sigarette tradizionali e il 4% dichiara sia di fumare sigarette tradizionali che di utilizzare un dispositivo elettronico (fra e-cig e tabacco riscaldato). A questi si aggiunge una quota di persone (3%) che fa invece un uso esclusivo di dispositivi elettronici. Si evidenzia quindi, in base al monitoraggio Passi di tutti i dispositivi, una riduzione costante della quota di chi utilizza esclusivamente sigarette tradizionali (dal 25% del 2014 al 20% del 2023) a favore di un aumento di coloro che utilizzano sia sigarette tradizionali che dispositivi elettronici (dall’1,5% del 2014 al 4,4% del 2023); cui si aggiunge poi una quota, anche questa in lenta crescita di coloro che utilizzano solo dispositivi elettronici (dallo 0,4% del 2014 al 3,3% del 2023).
“L’uso composito dei prodotti da fumo rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica – spiega Giovanni Capelli, direttore del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) -, perché non si può escludere che la combinazione di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, con e senza nicotina, si traduca in aumento del rischio per la salute, per l’esposizione ai prodotti della combustione del tabacco che comunque restano e si sommano ai rischi legati alla esposizione a livelli più alti di nicotina e ad una varietà di sostanze chimiche nocive contenute nei dispositivi elettronici”.

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