Diocesi: Prato, vescovo e iman ospiti dei bambini della scuola primaria Ciliani di Prato

(foto: diocesi Prato)

Sono arrivati insieme in auto, come due amici che si sono dati un appuntamento. Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini e l’imam di Firenze Izzedin Elzir hanno accettato volentieri l’invito rivolto dalla scuola primaria Ciliani, già lo scorso anno avevano partecipato a un incontro interreligioso nello stesso istituto e tutti erano rimasti soddisfatti, in particolare i bambini e le bambine di quinta. Non è cosa comune poter dialogare con un vescovo e un imam su temi come la pace e il rapporto tra confessioni religiose diverse.  “L’insegnamento più bello è stato quello di vederci arrivare insieme a scuola – ha detto il vescovo – ed è anche un messaggio per tutta la nostra società, nella quale troppo spesso si tende a distinguere, se non a dividere. Invece la diversità va sempre coniugata con l’unità e con l’amicizia”. Camminare a fianco, scoprire l’altro, imparare dalle differenze, sono le tematiche emerse durante la chiacchierata tra i bambini e i due ospiti. “A Prato ci sono tante nazionalità diverse e questa scuola non fa eccezione – ha osservato Izzedin Elzir – le lingue che parlate sono tante e diverse, ma se c’è la volontà di dialogo è possibile andare d’accorso, essere se stessi. Non siamo fotocopie, ma questo non deve essere mai motivo di scontro. Possiamo sognare insieme”. Le domande dei piccoli studenti dei Ciliani sono servite anche a togliere qualche curiosità: è difficile fare il ramadan? È stato chiesto all’imam, lui non si è sottratto ha risposto che “se c’è la volontà tutto diventa facile”. Qualcuno ha chiesto se c’è qualche aspetto delle rispettive religioni che non piace e il vescovo ha detto: “ci sono insegnamenti difficili da mettere in pratica, ma importanti, come ‘ama il tuo nemico'”. E se due persone di religioni diverse si sposano, cosa succede? Ha chiesto un bambino. La risposta di monsignor Nerbini è stata: “se si rispettano possono andare d’amore e d’accordo”. Per accogliere i due ospiti, le classi quinte avevano scritto su un grande striscione “Io ci credo”, a significare che il dialogo è possibile. Per simboleggiare la volontà di portare avanti questo impegno ogni alunno aveva lasciato un segno con l’impronta della mano. Un gesto compiuto alla fine dell’incontro anche dal vescovo e dall’imam, che dopo essersi dipinti i palmi delle mani, hanno aggiunto le loro impronte a quelle dei bambini. L’iniziativa è stata promossa dall’insegnante di religione Andrea Sorrentino in accordo la dirigente Maria Vietri. Presente l’assessore comunale all’istruzione Ilaria Santi.

 

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