“L’impressionante aumento di episodi di violenza nella regione del Sahel centrale dell’Africa occidentale (Burkina Faso, Mali, Niger), fra cui anche uccisioni di bambini, deve cessare se si vuole che i bambini realizzino i loro diritti fondamentali alla vita secondo la Carta africana sui diritti e il benessere del bambino e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Lo afferma Gilles Fagninou, direttore dell’Unicef per l’Africa occidentale e centrale.
“Negli ultimi 3 mesi del 2023, le gravi violazioni contro i bambini nel Sahel centrale sono aumentate di oltre il 70% rispetto ai 3 mesi precedenti. La maggior parte dei casi ha riguardato reclutamento e uso di bambini, uccisioni e mutilazioni, che complessivamente sono aumentate di oltre il 130% tra ottobre e dicembre rispetto ai tre mesi precedenti”, la denuncia di Fagninou, che evidenzia: “I civili necessitano di protezione da ogni forma di violenza. Le comunità coinvolte nei combattimenti hanno bisogno di protezione. Troppi bambini sono vittime di gravi violazioni dei loro diritti, tra cui uccisioni, rapimenti e reclutamento da parte dei gruppi armati”.
Nei primi tre mesi del 2024, ricorda, “circa 1.400 persone sarebbero state uccise in episodi di violenza nel Sahel centrale, un numero in costante aumento negli ultimi anni e superiore del 66% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso” (dati Acled).
L’Unicef, conclude Fagninou, “chiede a tutti coloro che sono coinvolti nella crisi in corso nel Sahel centrale di porre fine a tutte le forme di violenza, uccisione e abuso di bambini, in linea con i loro obblighi di diritto internazionale”.