Papa Francesco: alla Confap, no a “tecnofobia e tecnocrazia”, “formazione professionale antidoto alla dispersione scolastica”

“Respingere due tentazioni: da un lato la tecnofobia, cioè la paura della tecnologia che porta a rifiutarla; dall’altro lato la tecnocrazia, cioè l’illusione che la tecnologia possa risolvere tutti i problemi”. E’ l’indicazione di rotta del Papa sulle nuove tecnologie e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale. “Si tratta invece di investire risorse ed energie, perché la trasformazione del lavoro esige una formazione continua, creativa e sempre aggiornata”, la raccomandazione ai membri della Confap, ricevuti oggi in udienza: “E nello stesso tempo occorre anche impegnarsi a ridare dignità ad alcuni lavori, soprattutto manuali, che sono ancora oggi socialmente poco riconosciuti”. “Una valida formazione professionale è un antidoto alla dispersione scolastica e una risposta alla domanda di lavoro in diversi settori dell’economia”, la tesi di Francesco: “Ma – voi me lo insegnate – una buona formazione professionale non si improvvisa. Serve un forte legame con le famiglie, come in ogni tipo di esperienza educativa; e serve un sano ed efficace rapporto con le imprese, disposte a inserire giovani al proprio interno. Questi per voi sono i due poli di riferimento, perché insieme alle competenze tecniche sono importanti le virtù umane: una tecnica senza umanità diventa ambigua, rischiosa e non è veramente umana, non è veramente formativa. La formazione deve offrire ai giovani strumenti per discernere tra le offerte di lavoro e le forme di sfruttamento”.

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