Diocesi: Vicenza, sabato 4 maggio “Creare casa”, veglia con il vescovo Brugnotto e i giovani

Sabato 4 maggio, alle 20.45 nella cattedrale di Vicenza, il vescovo Giuliano Brugnotto presiederà la preghiera “Giovani chiamati a vegliare” dal titolo “Creare casa”, in occasione della 61esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Nelle scorse settimane il presule ha invitato con una lettera i giovani della diocesi a partecipare alla celebrazione, condividendo con loro una speranza: “incontrando e ascoltando i desideri di tanti di voi, sogno che la Chiesa sia uno spazio ospitale dove tu possa sentirti a casa e in grado di esprimere il dono che sei per gli altri”.
“I giovani sono una minoranza nella nostra società italiana”, sempre più anziana, ha detto il presule. “Se non li ascoltiamo e non creiamo spazi nei quali possano crescere esprimendosi e trovando gusto per la vita, per la bellezza, per un progetto, perderemo l’occasione di lasciare che la Chiesa cambi grazie anche al loro apporto che, spesso, arriva con domande scomode. Non a caso diversi santi – osserva Brugnotto – ponevano l’accento sui giovani: la libertà interiore che hanno ci deve provocare come adulti, al punto da ripensare strutture, convenzioni… Il tema proposto dall’Ufficio nazionale della Cei chiede di individuare spazi diversi da quelli esistenti, nei quali i giovani possano essere accolti in modo informale, meno rigido, più a misura loro e mi sembra che come Chiesa dovremmo almeno provarci”, ha concluso il vescovo.
“Il tema ‘Creare casa’ riprende quanto papa Francesco ha scritto nell’esortazione apostolica Christus Vivit, pubblicata dopo il Sinodo sui giovani, nella quale raccomandava l’importanza di creare spazi di casa, non solo case fisiche, come può essere la casa vocazionale diocesana ‘Ora decima’, ma anche uno stile di relazione che può caratterizzare ogni incontro e ogni realtà ecclesiale”, spiega don Luca Lunardon, delegato vescovile per la pastorale vocazionale. “Un aspetto che mi colpisce molto dei giovani che ascolto in ‘Ora decima’ è il loro fortissimo desiderio di autenticità, di fare esperienza che questa gioia del Vangelo di cui spesso parliamo è reale, scoprendo che se fanno una scelta di vita c’è una gioia possibile”.

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