“Sorpresa, emozione e commozione”. Sono questi i sentimenti con cui mons. Flavio Pace, che verrà ordinato vescovo dall’Arcivescovo, Mario Delpini, domani 4 maggio (ore 15) in Duomo (diretta su Telenova, www.chiesadimilano.it e www.youtube.com/chiesadimilano), vive i giorni che lo avvicinano alla sua ordinazione episcopale. Insieme a mons. Delpini, i vescovi con-consacranti saranno il cardinale Leonardo Sandri, Vice-Decano del Collegio cardinalizio, e il cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani. Tra i concelebranti sono attesi anche i cardinali Coccopalmerio e Gugerotti, numerosi altri vescovi e padre Francesco Patton, Custode di Terrasanta (vedi qui il libretto liturgico). In una intervista al portale “Chiesadimilano”, mons. Pace, che è un sacerdote ambrosiano ordinato dal card. Martini, ricorda la sua formazione e il suo servizio pastorale fino a lavorare nella Congregazione per le Chiese Orientali, ora Dicastero, che è la realtà che, a nome del Papa, mantiene il legame con i Copti, i Maroniti, i Greco-cattolici di Rito bizantino dell’Ucraina e altri. “Questo periodo – ha detto mons. Pace – mi ha preparato all’ulteriore passaggio, la nomina, il 23 febbraio scorso, a segretario del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani”. Un imprinting, quello ambrosiano diventato decisivo che “mi ha educato, già in Seminario, a pensare la diversità, anche all’interno della Chiesa, non come un ostacolo alla comunione, ma come un elemento che manifesta la comunione, proprio perché la diversità non è lo scontro di opposti, ma è la comunione di diversi. Ho potuto così vivere l’esperienza dell’incontro con le Chiese orientali cattoliche a partire da questo tesoro, anche perché noi ambrosiani abbiamo la certezza che, come diceva Ambrogio, Ubi Petrus, ibi Ecclesia mediolanensis, dove c’è Pietro, c’è la Chiesa di Milano, pur con la sua tradizione diversa e il suo rito visibilmente differente, che è e rimane una ricchezza”. Un legame testimoniato anche dalla scelta del motto episcopale “ambrosianissimo, perché è la conclusione dell’Inno di sant’Ambrogio, Deus Creator Omnium, e si compone di queste parole: Fove Precantes Trinitas, che aprono il cuore a essere tutti insieme davanti al mistero della Trinità”.