Slovenia: domenica referendum sul fine vita. Vescovi, “i cattolici esprimeranno un voto contrario”

“Noi vescovi sloveni, in una dichiarazione firmata insieme ad altre comunità religiose, abbiamo già spiegato che ogni azione con cui intenzionalmente si pone fine alla propria vita o a quella di un altro è inammissibile sia dal punto di vista etico che religioso, e introdurre la possibilità del suicidio assistito significa un fallimento sociale nella cura dei più vulnerabili”. Lo si legge oggi, in diverse lingue, sul sito della Chiesa cattolica in Slovenia. Infatti domenica 9 giugno prossimo gli sloveni, oltre a esprimersi per le elezioni europee, dovranno scegliere se legalizzare il suicidio assistito e l’eutanasia o meno. Per i vescovi è chiaro che “i cattolici esprimeranno un voto contrario” e sarà “un vero voto di compassione e un voto contro l’introduzione di una legislazione ingiusta che minaccerebbe la dignità dei più vulnerabili nella nostra società”. Nella dichiarazione, gli otto vescovi affermano che la legalizzazione del suicidio introdurrebbe “un nuovo ordine sociale” che valorizza salute, giovinezza e produttività, e “mette da parte tutti i vulnerabili e i malati”. Nella dichiarazione si afferma anche che “secondo la fede cristiana, togliere la vita umana è sempre un peccato mortale particolarmente grave”, più grave per chi “introduce, sostiene e attua tali leggi” che per chi vi ricorre. La strada per accompagnare il fine vita deve essere “la comprensione cristiana che la vita umana è un dono inviolabile di Dio, la promozione della solidarietà sociale e lo sviluppo più rapido della medicina palliativa”.

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