Movimento per la vita: Casini, “da sempre accanto alle donne nel rispetto della loro libertà”. No a confusione con sedicenti e “non identificabili pro-life”

Alla luce della recente notizia pubblicata sul quotidiano La Repubblica, in cui si lascia intendere una modalità di azione ricattatoria da parte di persone genericamente definite “pro-life”, il Movimento per la vita (Mpv) ritiene doveroso fare chiarezza soprattutto a tutela delle donne, mamme, coppie e famiglie che ogni giorno si rivolgono ai Centri di aiuto alla vita (Cav) presenti in tutta Italia. Il Mpv, si legge in una nota, “ha una sua precisa identità che non va confusa con gruppi piccoli o grandi di persone improvvisate e non identificabili” e attua, “laddove viene consentito, quella parte della legge 194 che parla di aiuto e sostegno alla maternità durante la gravidanza, il tutto nella piena collaborazione con la donna, nel rispetto della sua volontà e della sua libertà di scelta”.
Gli operatori del Mpv “non agiscono da infiltrati non identificabili o sotto false sembianze”, come invece è capitato recentemente a diversi Cav che si sono trovati di fronte giornaliste o inviate di trasmissioni televisive, che “si sono finte in gravidanza, dando  false identità, raccontando false storie, pur di scoprire cosa mai si celasse nei colloqui previsti per legge. E nonostante questo nulla è emerso, se non la verità del nostro operato che avviene sempre nel rispetto della legge e della libertà della donna”.
“Facciamo chiarezza – dichiara la presidente Mpv, Marina Casini -; c’è davvero troppa confusione”. “Noi siamo il Movimento per la vita, al servizio della vita da 49 anni. I Cav operano con uno stile completamente diverso da quello che con la menzogna viene rappresentato”; “porgono concretamente la mano a chi si rivolge loro, offrendo alternative all’aborto, sempre nel rispetto della donna e della sua volontà”. L’esperienza dei Cav, prosegue Casini, “mostra che, spesso, se la donna ha delle vere alternative o un qualche supporto preferisce scegliere la nascita di suo figlio. È una questione di libertà vera che manca quando qualche donna si sente ‘costretta’ per mancanza di alternative a optare per l’aborto”. “I nostri Cav – conclude la presidente Mpv – sono tutti riconoscibili, i nostri operatori non si nascondono, non si confondono e non confondono, hanno un nome e un cognome, sono persone di comprovata esperienza e agiscono sempre alla luce del sole, con progetti di aiuto concreti”.

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