“La donna è la colonna portante della società, anche per la sua importanza cruciale nel tema sanità: è da lei che parte lo stimolo alla prevenzione, è lei che si occupa delle visite di controllo e in generale che, con il nascosto lavoro di caregiver, accompagna i membri della famiglia nel mondo della salute”. Lo sostiene Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo-Fimr (Federazione italiana malattie rare), in un focus sulla medicina di genere con riferimento al Progetto donne, salute e rarità, lanciato alcuni mesi fa dalla Federazione. Per Scopinaro è fondamentale individuare le patologie che colpiscono in misura percentualmente maggiore le donne per “far emergere il sommerso di non diagnosi, dovuta a scarsa conoscenza e sottovalutazione dei sintomi, anche da parte delle stesse donne. C’è bisogno di un percorso diagnostico più veloce, aumentando anche la consapevolezza delle donne e sensibilizzandole su prevenzione e diagnosi precoce”. “In Chiesi Global Rare Diseases abbiamo sempre attribuito alla donna un ruolo centrale: nella società così come nella famiglia; nel suo essere cittadina, paziente o caregiver. Crediamo infatti che il ruolo della donna sia determinante nel mondo della salute”; per questo “senza alcuna esitazione abbiamo sostenuto il progetto donne, salute e rarità2, afferma Alessandra Vignoli, Head of Mediterranean Cluster, Chiesi Global Rare Diseases. Il Progetto, spiega, “è servito ad analizzare come il nostro tessuto culturale e sociale abbia talvolta portato la donna a non dare priorità alla propria salute,” ma intende inoltre “riportare l’attenzione sulla medicina di genere e sulla necessità di prestare attenzione alla salute della donna in quanto colonna portante della società”.