“Amministrare la misericordia, dalla prospettiva della Penitenzieria, significa veramente sperimentare quanto sia infinito l’amore del Padre per ognuno di noi e quanta sia sconfinata la compassione di un Dio che non si stanca mai di riabbracciare a sé il figlio che si era perduto, per quanto grande sia stata la sua colpa, per quanto lontano egli si sia allontanato!”. Così il card. Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, spiega in un’intervista al Sir le nuove norme per ottenere l’indulgenza durante il Giubileo 2025 che è “un vero anno di grazia per riscoprire l’intimità con il Signore, attraverso le molteplici occasioni offerte e, soprattutto, nella preghiera personale e comunitaria”. “La Chiesa definisce l’indulgenza come la remissione delle pene temporali per i peccati commessi. Anche dopo l’assoluzione sacramentale della colpa, infatti, rimangono le conseguenze per i peccati commessi e il dovere della riparazione in capo al penitente. L’indulgenza condona anche questi debiti, appiana tutti i conti rimasti in sospeso con Dio”, spiega il cardinale: “In pratica, il fedele che adempie alle condizioni stabilite e ottiene l’indulgenza è come se uscisse di nuovo, in quel momento, dal fonte battesimale, tornando cioè allo stato di grazia originale del Battesimo. Un vero miracolo della grazia!”.