L’Unicef ha consegnato per via aerea a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, oltre 43mila dosi di vaccino contro la malaria R21/Matrix-M, a cui seguiranno nei prossimi giorni più di 120mila dosi. È il primo Paese a ricevere il vaccino contro la malaria R21 per l’uso nella vaccinazione di routine dei bambini, segnando un altro passo avanti nella prevenzione della malattia e nel salvare le loro vite.
R21 è il secondo vaccino contro la malaria raccomandato dall’Oms per i bambini che vivono in aree endemiche. Con la precedente raccomandazione dell’Oms per il vaccino Rts,S, ora c’è una disponibilità di vaccino sufficiente per aumentare la vaccinazione contro la malaria in Africa. Il lancio di entrambi i vaccini è finanziato da Gavi, l’Alleanza per i vaccini.
“Con i due prodotti ora disponibili per i Paesi, l’ampliamento della fornitura di vaccini contro la malaria rappresenta una svolta per la sopravvivenza e la salute dei bambini”, ha dichiarato la direttrice della Divisione rifornimenti dell’Unicef, Leila Pakkala. I vaccini R21 e Rts,S si sono dimostrati sicuri ed efficaci nella prevenzione della malaria nei bambini. Il vaccino Rts,S è stato somministrato a più di 2 milioni di bambini in Ghana, Kenya e Malawi in un programma pilota di quattro anni che ha dimostrato una riduzione del 13% della mortalità per tutte le cause.
La malaria è una delle malattie più letali al mondo e ogni anno uccide in Africa quasi mezzo milione di bambini sotto i 5 anni.
La Repubblica Centrafricana ha uno dei tassi più alti di incidenza della malaria a livello globale. Nel 2022, è stato segnalato un numero stimato di 1.733.000 casi di malaria nel Paese, con una media di circa 4.747 casi al giorno. La malattia ha inoltre provocato circa 5.180 vittime nel corso dell’anno, pari a 14 decessi al giorno.
“Avere due vaccini sicuri ed efficaci significa avere una maggiore sicurezza di approvvigionamento e poter essere più sicuri di soddisfare le esigenze dei Paesi”, ha dichiarato Sania Nishtar, Ceo di Gavi, l’Alleanza per i vaccini. “Questo è ciò che conta di più: che i Paesi in cui i nostri vaccini possono avere il massimo impatto siano in grado di accedervi, salvando migliaia di vite ogni anno e offrendo sollievo a famiglie, comunità e interi sistemi sanitari”.