Infanzia: nell’Ue 1 bambino su 4 è a rischio povertà. Unicef Italia monitora azione di governo e parlamento e invia proposte ai partiti

Oggi 1 bambino su 4 – 20 milioni di bambini – nei Paesi dell’Unione europea è a rischio di povertà o esclusione sociale; più di 11 milioni di bambini e giovani nell’Ue soffrono di problematiche legate alla salute mentale; 1 bambino su 20 è esposto a livelli elevati di inquinamento da pesticidi; 1,9 milioni di bambini sotto i 15 anni non hanno raggiunto le competenze di base; circa il 10% dei giovani di 15 Paesi dell’Ue riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo. Sono alcuni dei dati resi noti oggi dall’Unicef in occasione del 33° anniversario della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’Unicef Italia ha presentato la seconda edizione del monitoraggio realizzato sulla base del documento “Le cose da fare: Agenda Unicef 2022-2027 per l’Infanzia e l’Adolescenza. Una opportunità “per richiamare l’attenzione di governo e parlamento sulle priorità globali di advocacy dell’Unicef in Italia, individuate in ordine a tematiche trasversali anche all’Agenda 2030 e alle Raccomandazioni ricevute dal Comitato Onu sui diritti dell’infanzia: cambiamento climatico, istruzione di qualità, non discriminazione, salute mentale e benessere psicosociale”.
Sulle stesse tematiche prioritarie l’Unicef ha ora avviato un lavoro in vista delle prossime elezioni europee: sta inviando una lettera a tutti i segretari di partito, condividendo le proposte del Manifesto dell’Unicef per il futuro dell’Unione europea, sintetizzati in tre messaggi chiave: proteggere i diritti dei bambini e degli adolescenti; aumentare gli investimenti per i bambini e gli adolescenti; rafforzare la governance e la partecipazione dei bambini e degli adolescenti.
Riguardo al cambiamento climatico – secondo gli ultimi dati Istat, pubblicati a dicembre 2023 – nel 2022 il 70,3% della popolazione nella fascia di età 14-19 si è detta preoccupata per i cambiamenti climatici, nel 2021 era il 67,5%. Con riferimento all’indicatore connesso alla priorità dell’istruzione di qualità: scende ulteriormente la quota dei Neet (Not in education, employment or training), giovani tra i 15 e i 29 anni non inseriti in un percorso scolastico o formativo e non impegnati in un’attività lavorativa: nel 2021 era pari al 23,1%, nel 2022 diminuisce al 19 % e nel 2023 al 16,1%.
La povertà minorile, secondo gli ultimi dati Istat, nel 2023 cresce invece lievemente rispetto all’anno precedente: in Italia sono 1 milione e 300mila (nel 2022 era 1 milione 269 mila; nel 2021, 1 milione e 382mila). Il numero di bambini e adolescenti con disabilità resta immutato nell’anno scolastico 2022/2023 rispetto ai due anni precedenti l’indicatore: solamente 1 scuola su 3 risulta accessibile fisicamente, in coerenza con quanto riscontrato per le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: solamente il 40% risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria. L’indice di benessere psicologico ha un punteggio medio più elevato tra i giovanissimi (71,0 tra i 14-19enni nel 2023), decresce tra i 20 e i 24 anni (68,6) per poi risalire con un secondo picco positivo tra i 25 e i 44 anni, in cui il punteggio arriva quasi a 70 (fonte Istat).

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