Don Giuseppe Rossi: card. Semeraro, “un parroco martire”

“La Chiesa di Novara ha atteso questo giorno e oggi lo vive nella gioia di vedere glorificato come Beato un suo figlio, un suo ‘umile prete, esemplare per la vita di preghiera e per il suo generoso servizio… icona di un parroco martire… modello per tutto il popolo di Dio, e in particolare per noi sacerdoti e per i laici che svolgono un ministero a servizio della Chiesa’. Sono le parole con le quali il vostro vescovo, il mio carissimo fratello Franco Giulio Brambilla, ha annunciato, nel dicembre scorso, la decisione del Papa di fare promulgare il Decreto di martirio del Servo di Dio Giuseppe Rossi, il quale ‘non esitò a immolare la sua giovane vita’ per il gregge a lui affidato”. Si è aperta così l’omelia pronunciata ieri dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei santi, durante la celebrazione eucaristica per la beatificazione del martire don Giuseppe Rossi, che ha presieduto nella cattedrale di Novara.
Il porporato ha poi ricordato che “c’è un passo dell’Agenda di don Giuseppe, scritto dopo cinque mesi di vita parrocchiale, dove leggiamo: ‘Mi getto disperatamente tra le braccia di Gesù, di cui devo seguire le orme verso la Croce, il Calvario. Si scatenano le bufere umane che paiono tutto travolgere: con Dio io sono oltre la grigia nuvolaglia delle passioni, nell’atmosfera serena dell’azzurro infinito, nella pace divina. Allora soffro con gioia perché unito al mio Dio sulla croce. Così io rivivo alla nuova vita che è nella morte del corpo. Comprendo le eroiche pazzie dei Santi nel cercare la croce, la sofferenza: erano anime assetate di vita, quella vita sgorgata dal sangue versato sul Golgota che è lavacro di tutte le colpe, che è un farmaco di tutte le ferite’”. “Sono parole da inquadrare, certo, nelle iniziali difficoltà d’impostare una azione pastorale nel nuovo contesto”, ha commentato il card. Semeraro, secondo cui “al tempo stesso, però, esse ci rivelano una disposizione di fondo che maturerà fino alla notte del 26 febbraio 1945, facendo di lui, giorno dopo giorno, un parroco per tutti, un parroco per ciascuno e un parroco per i poveri, come ha scritto il vostro vescovo. Questa via lo ha condotto a essere un parroco martire”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori