“Lavorare per i prossimi eventi internazionali, ma anche, e soprattutto, per accompagnare la pastorale giovanile nei tempi ordinari”. E’ l’invito del Papa ai partecipanti al Congresso internazionale di pastorale giovanile promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sul tema: “Per una pastorale giovanile sinodale: nuovi stili e strategie di leadership”, che si chiude oggi a Roma. “Pensando al Giubileo dei Giovani – l’anno prossimo – e alla Gmg di Seoul, fra tre anni”, ha detto Francesco ringraziando i presenti per la buona riuscita della Gmg di Lisbona. “Il mio sogno – ha rivelato – è che possano far incontrare Gesù a tanti giovani, anche tra quelli che normalmente non frequentano la Chiesa, portando loro il messaggio della speranza. Penso a quei ragazzi e ragazze che hanno abbassato lo sguardo, che hanno smarrito l’orizzonte, hanno messo da parte i sogni grandi e sono rimasti impigliati nella tristezza e nel male di vivere”. “L’Asia è un continente giovane e vitale, eppure molti giovani, soprattutto nelle grandi città, soffrono una perdita della speranza e un ripiegamento su sé stessi, con poche relazioni, pochi interessi”, l’analisi del Papa: “E lo stesso succede in tutto il mondo”. “Gli appuntamenti di Roma e di Seoul sono le occasioni che Dio ci offre per dire a tutti i giovani del mondo: Gesù è speranza per me, per te, per noi, per tutti!”, ha esclamato Francesco. “E, non per fare pubblicità ai miei scritti – l’invito a braccio – ma leggete Gaudete et exsultate, è un inno alla gioia, e il cristiano triste è un triste cristiano. La gioia deve essere l’alimento del cristiano, l’espressione del cristiano e se tu non sai cosa è la gioia, vai davanti allo specchio…incomincerai a ridere un po’!”.