Ai sensi di una direttiva storica adottata dall’Ue, le grandi aziende che operano nell’Unione europea dovranno adottare misure di prevenzione, mitigazione, gestione e rimedio (dovuta diligenza) delle violazioni dei diritti umani, compresi i diritti delle bambine e dei bambini, lungo la loro catena di attività o potranno andare incontro a sanzioni. Lo ha affermato Save the Children, dopo la notizia della nuova direttiva di due diligence sulla sostenibilità aziendale (CSDDD/CS3D), adottata oggi e che probabilmente entrerà in vigore già il mese prossimo. La direttiva consentirà ai bambini che sono stati penalizzati dalle pratiche commerciali di un’azienda, di portare i responsabili in tribunale, anche se questi vivono al di fuori del territorio dell’Ue.
La direttiva si applicherà a seconda delle dimensioni delle imprese e seguendo questa tempistica: tre anni dall’entrata in vigore della direttiva per le aziende con più di 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato, quattro anni per quelle con più di 3mila dipendenti e 900 milioni di euro di ricavi e 5 anni per le imprese con più di 1.000 dipendenti e 450 milioni di euro di giro d’affari. Alle società saranno applicabili sanzioni in caso di violazione della direttiva che sarà giuridicamente vincolante e incorporata nelle leggi nazionali di tutti gli Stati membri Ue entro i prossimi due anni.
Nel suo allegato, la direttiva include la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (UN CRC), che ha come conseguenza che l’azienda in questione dovrà tenere conto dei diritti dei bambini proprio grazie alla due diligence sui diritti umani e ambientali. Da oltre due anni l’Organizzazione, infatti, chiede che la direttiva sia il più efficace possibile sulla tutela dei diritti dei bambini.
“La direttiva è molto importante poiché segna il passaggio da norme di sostenibilità volontarie a norme obbligatorie. Le grandi aziende avranno, infatti, l’obbligo legale di svolgere la due diligence sui diritti umani e sull’ambiente e di intraprendere azioni efficaci. Coloro che non lo faranno, andranno incontro a sanzioni” ha dichiarato Vasilka Lalevska, consulente per i diritti dell’infanzia e la sostenibilità aziendale del Global Hub per i diritti dei bambini e le imprese di Save the Children.