Gmg Lisbona: lettera-bilancio card. Aguiar, “abbiamo fatto e dato tutto”. Ora “è tempo di disegnare nuove mappe, di sognare nuovi sogni”

Una esperienza straordinaria di “fraternità” tra tutti gli organizzatori della Gmg di Lisbona. “Ora siamo nella fase del giorno successivo, con gli occhi e il cuore puntati sulla Ggm Seul 2027. È tempo di scoprire nuove fraternità, nuovi cammini; è tempo di disegnare nuove mappe, di sognare nuovi sogni. Da parte mia, siamo disposti a condividere tutto ciò che abbiamo sperimentato, sentito e imparato in un momento che sarà per sempre uno dei migliori della nostra vita”. E’ quanto scrive il card. Américo Aguiar, coordinatore generale della Gmg Lisbona 2023. Nel tracciare un bilancio finale delle Giornate che si sono svolte in Portogallo, il cardinale parla di un enorme lavoro di squadra che fin dall’inizio ha coinvolto “ ogni parrocchia, ogni vicariato e ogni diocesi” e “migliaia di giovani in tutto il Portogallo continentale e nelle isole”. “Molti di questi giovani non erano presenti né impegnati in nessun’altra realtà ecclesiale, ed erano e sono uno dei frutti più importanti per la Chiesa e la società portoghese”. Il cardinale ricorda che dal momento in cui Lisbona ha presentato la sua candidatura per ospitare la Giornata Mondiale della Gioventù, tutte le autorità civili sono state coinvolte e “abbiamo trovato il sostegno totale e immediato di tutte: Presidenza della Repubblica, Governo del Portogallo, Comuni, Associazioni di quartiere, Governi Regionali (Azzorre e Madeira), Forze Armate, Forze di Sicurezza e Protezione Civile… a tutti, a tutti, a tutti rinnovo la mia più profonda gratitudine”. Il cardinale si dice sicuro che “i legami di amicizia e di fiducia che si sono creati sono unici” e rimarranno anche in futuro. Il volontariato è “un altro grande frutto della Gmg Lisbona 2023”. “Ha superato – dice il card. Aguiar – tutti gli obiettivi sognati, è cresciuto e ha assunto una dimensione che ha sorpreso tutti”. Il cardinale ha poi espresso parole di gratitudine anche per Papa Francesco che “è stato un amico nel cammino, un fratello nei nostri sacrifici, un padre nelle nostre lacrime e un pastore nei nostri scoraggiamenti. La gratitudine che provo è immensa, difficile da esprimere a parole”. “Abbiamo fatto tutto e dato tutto – conclude Aguiar – per favorire l’incontro dei giovani di tutto il mondo. Un incontro tra loro, un incontro con Papa Francesco, ma soprattutto un incontro con il Cristo vivo. E’ accaduto? Non lo sappiamo, non ci sono statistiche che ci rispondano sulla sfida più grande di ogni Giornata mondiale della gioventù. Ciascuno degli oltre 1.600.000 pellegrini giunti a Lisbona lo saprà nel profondo del proprio cuore. Personalmente, so che lo hanno fatto. Lo so nel profondo del mio cuore. E Lui conosce tutti, conosce ciascuno in particolare, come solo un Padre può sapere”.

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