“Quanti semi di odio, di ignoranza, di insoddisfazione crescono nel cuore delle persone quando viene cancellato il limite stesso, illudendo di trovare sé stessi nell’arroganza e non nell’umiltà, nell’affermazione di sé e non nel dono di sé”. A denunciarlo è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della Messa presieduta questa mattina nella basilica di San Pietro, all’apertura della seconda giornata dell’Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino a domani. “Il nostro mondo è deformato dall’onnipotenza dell’io, dal perseguire stoltamente i propri affari, attività che enfatizza e deprime”, la tesi di zuppi: “Questi poi facilmente animano le discussioni infinite su chi è il più grande, spingono ad affermare e verificare la propria considerazione, ad occupare i primi posti nelle sinagoghe o moltiplicare i saluti nelle piazze, antesignani dei digitali link”. “Le passioni dell’io senza l’amore per Dio e per il prossimo finiscono per farci dimenticare il nostro limite e rendono sconsiderati perché siamo sempre vapore che appare per un istante e poi scompare, come tante esaltazioni che lasciano l’amaro del fallimento, della disillusione”, il monito del cardinale, secondo il quale la formula utilizzata da San Giacomo, “se Dio vuole”, “Inshallà”, “è entrata nel linguaggio comune ma è così trascurata da una generazione bulimica di impegni, di immagini, che stordiscono, rimuovono la debolezza perché non sappiamo capirla”. “Siamo chiamati a riscoprire attorno e dentro a noi i semi di bene, svelarli e farli incontrare con il suo autore, l’essenziale che invece del materialismo è quello che rimane invisibile ma dona vita e senso a tutte le cose”, l’invito del presidente della Cei.