“Dobbiamo gemere di fronte a ciò che succede a Gaza, dobbiamo gemere di fronte a ciò che succede in Siria, dobbiamo gemere di fronte a ciò che succede in Ucraina” ma qualche volta “dobbiamo gemere anche di fronte a quello che succede nella nostra famiglia o nella nostra comunità. Gemere perché siamo divisi, gemere perché facciamo fatica a dialogare, gemere perché siamo incapaci di accettarci reciprocamente per quello che siamo”. Lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando a Gerusalemme la Pentecoste. Riflettendo sulla lettera in cui san Paolo parla dei “gemiti inesprimibili”, il Custode ha ricordato che “dobbiamo gemere perché facciamo parte di un’umanità divisa, un’umanità che a forza di volersi sostituire a Dio, o a forza di confidare nei propri mezzi umani, ha perso la capacità di dialogare, di riconciliare le differenze nel comune linguaggio dell’amore, della fraternità umana, del riconoscimento della dignità dell’altro”. E riferendosi alla visione del profeta Ezechiele che vede una pianura piena di ossa seccate dal sole e dal vento, ha aggiunto: “Oggi le pianure piene di ossa e di cadaveri sono innumerevoli. In Africa 31 Stati sono lacerati da conflitti armati e ci sono 295 milizie di vario genere che si combattono tra di loro; in Asia il conflitto tocca 16 Stati e le milizie coinvolte sono 202; in Europa 9 Stati sono in guerra e 93 sono le milizie combattenti; in Medio Oriente (cioè dove siamo noi) 7 Stati sono in guerra, 267 milizie combattenti; nelle Americhe 7 Stati hanno conflitti non ancora risolti e 39 sono i gruppi armati attivi. In tutto, gli Stati che sono attualmente coinvolti in qualche tipo di guerra sono 70 e le milizie sono 896, e le pianure piene di ossa e di cadaveri è impossibile contarle”. Da qui l’invocazione finale di padre Patton: “Signore, manda il tuo Spirito e sostieni la nostra fragile preghiera, e con la potenza del tuo Spirito abbatti le barriere che separano i popoli. Fa’ che un giorno possiamo vedere l’intera umanità raccolta in un’unica famiglia capace di vivere in pace e in fraternità”.