“Il cuore dell’industria farmaceutica è la ricerca. E il cuore della ricerca sono gli studi clinici”. Lo sostiene Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione dell’International Clinical Trials Day. “In Italia – spiega – le imprese farmaceutiche investono ogni anno più di 700 milioni, permettendo ai cittadini di accedere alle terapie innovative e ai medici e ai ricercatori di crescere professionalmente. Con un beneficio per la sanità pubblica di oltre 3 euro per ogni euro investito dalle aziende (fonte Altems), che si fanno carico delle spese connesse agli studi, quali farmaci, esami, ospedalizzazione”. “Secondo l’ultimo Rapporto sulla sperimentazione clinica dei medicinali dell’Aifa, dal 2000 al 2022 oltre 15.400 sperimentazioni cliniche sono state autorizzate nel nostro Paese. Che si conferma quindi molto attrattivo, grazie all’eccellenza delle risorse umane, alla qualità di centri di ricerca, ospedali, università, e alla collaborazione crescente pubblico-privato – prosegue Cattani –. Ma l’Italia e l’Europa stanno perdendo terreno perché l’innovazione e la tecnologia corrono velocemente e hanno bisogno di un quadro regolatorio competitivo, capace di adeguarsi in fretta attraverso procedure flessibili e snelle”. Per il presidente di Farmindustria, è l’unico modo per “riconquistare un ruolo chiave a livello globale e stare al passo con i grandi competitor internazionali: Stati Uniti, Cina, India, Singapore e Paesi arabi”. In un momento in cui nel mondo “saranno investiti in R&S 1.700 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2028, minare alla base la proprietà intellettuale, come previsto dalla revisione della legislazione farmaceutica, nega all’Europa un futuro nella ricerca farmaceutica e nelle Life Sciences”, conclude Cattani