“Tante volte fanno sorridere tanti tentativi di escogitare chissà che cosa per tornare ad essere efficienti, convincenti, coinvolgenti. Come se potessero bastare tecniche di non so qual genere. Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è il ritorno all’essenziale, a ciò che dobbiamo essere, prima che a ciò che dobbiamo fare. La Pentecoste ci ripete con estrema sicurezza ed essenzialità che Dio mette a disposizione la sua grazia senza riserve, ci fa dono di se stesso, ci trasmette se stesso donandoci lo Spirito della sua sapienza e del suo amore”. Lo ha affermato sabato sera mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, durante la veglia di Pentecoste.
Il presule ha annunciato che “nella prossima assemblea di giugno dovremo parlare, come ho già fatto con presbiteri e diaconi, di come cercare migliori forme di collaborazione in presenza di una riduzione di personale e di collaborazioni”. “Siamo costretti a farlo per ragioni di necessità, ma non basta”, ha spiegato mons. Crociata, perché “forse noi pensiamo che ciò che ci aspetta sia semplicemente – semplicemente per modo di dire – una riduzione di numeri, un ridimensionamento quantitativo. Non è così. Quello che ci aspetta non è un mondo con meno praticanti, ma con una umanità diversa”. “Social media e l’incombente intelligenza artificiale – ha proseguito – hanno cominciato a sconvolgere l’apprendimento e lo stile di vita di tutti, piccoli, adolescenti e grandi. Cambiano le relazioni tra le persone, il modo di essere, di sentirsi e di rapportarsi tra uomini e donne; c’è un senso nuovo di libertà da ogni forma di convenzione e di costrizione”. Secondo mons. Crociata, “non ci aspetta un mondo meno religioso, ma un modo diverso di essere umani a questo mondo. Il punto è che non siamo in grado di immaginare come sarà il mondo che ci attende”. Ma, ha rilevato il vescovo, c’è una certezza: “Dio c’è, è all’opera, in mezzo a noi e lontano da noi, in mezzo ai nostri e in mezzo a coloro che non sono dei nostri. Dio fa il suo mestiere, per così dire, qualunque sia la nostra preoccupazione e il nostro affanno, le nostre paure e le nostre ansie da prestazione”. “Anche il mondo che verrà – ha osservato – sarà il mondo di Dio, seppure non riusciamo a immaginare come. Il punto è come ci prepariamo a far parte del mondo che Dio sta costruendo, così diverso da questo ma così ugualmente di Dio”.
Mons. Crociata ha poi precisato in cosa consiste l’“è l’essenziale a cui tornare”: “Innanzitutto, la familiarità e l’intimità con Dio”, poi il “rimanere ancorati al Vangelo, da conoscere e assimilare sempre di più” e, infine, la “benevolenza gli uni verso gli altri nelle nostre comunità, e verso tutti quelli con cui abbiamo a che fare, lontani, indifferenti o anche ostili”.