Una delegazione di Caritas Marche in questi giorni è nei Balcani alla scoperta delle attività e dei progetti messi in campo dalle Caritas locali e per conoscere da vicino la “Rotta Balcanica”. Sabato 18 maggio, presso il palazzo vescovile di Bar, è avvenuto l’incontro con l’arcivescovo locale, mons. Rrok Gjonllshaj, che ha ringraziato la delegazione per il dono dell’immagine della Vergine di Loreto, uno dei simboli della Chiesa delle Marche. Durante l’incontro, riferisce Caritas Marche sono stati affrontati argomenti come le politiche socio-economiche e il mutamento dei flussi migratori nel Paese. Negli ultimi anni il Montenegro, dunque anche il territorio diocesano, ha avviato un nuovo corso politico attento alle esigenze delle persone, vicino alle politiche comunitarie e sempre più lontano dalle logiche del regime passato. La Chiesa cattolica in Montenegro è composta da circa 20mila fedeli e la gran parte degli abitanti del Montenegro sono cristiano ortodossi. Il Montenegro è composto da 2 diocesi, l’arcidiocesi di Bar e la diocesi di Kotor. Attualmente rette dal medesimo vescovo in seguito alla recente nomina del vescovo di Kotor presso un’altra diocesi. Infatti, i vescovi montenegrini sono membri di diritto della Conferenza episcopale internazionale dei Santi Cirillo e Metodio, che comprende gli episcopati di Montenegro, Serbia, Kosovo e Macedonia del Nord. Dal colloquio con il prelato è emerso che le relazioni tra religione cattolica e quella ortodossa non sono conflittuali, tuttavia non risultano collaborazioni significative e coordinate volte alla condivisione di obiettivi comuni. È evidente il ruolo predominante della chiesa Ortodossa nei territori balcanici, con una connessione stretta anche con la Chiesa ortodossa di Mosca. Dal vescovo è giunto un plauso a Caritas Italiana per il ruolo avuto nel territorio, contribuendo al sostegno e allo sviluppo delle Caritas locali presenti in tutta la regione. Sulla questione migranti, la “rotta balcanica” continua ad essere una via privilegiata per molti profughi provenienti dal Medioriente e dall’Africa centro-settentrionale. Il Montenegro risulta infatti essere una meta di passaggio per l’ingresso in Europa. Dal focus presentato da Marko Djelovic, direttore di Caritas Montenegro è emersa la volontà di costruire un legame solido con le Caritas italiane, in particolar modo per la crescita e la formazione delle Caritas parrocchiali, lo sviluppo di un volontariato sempre più attivo nel territorio, la promozione di campi estivi e gemellaggi per i giovani, supporto nelle modalità di accoglienza dei migranti e dei rifugiati, sviluppo di politiche di inclusione socio-lavorativa di persone fragili.