Don Peppe Diana: Issr interdiocesano di Capua, nei giorni scorsi un incontro sul libro scritto da Sergio Tanzarella per raccontare la “sua missione di parroco”

(Foto diocesi di Aversa)

Come si può raccontare correttamente la testimonianza di don Peppe Diana, a fronte dei tanti tentativi di strumentalizzazione che rischiano di mitizzare e al contempo di snaturare la sua vera eredità umana e spirituale? Questo è uno degli interrogativi ai quali si è provato a rispondere mercoledì 15 maggio, in occasione della presentazione del libro di Sergio Tanzarella, “Don Peppino Diana. Un prete affamato di vita”, ospitata presso l’Istituto superiore di scienze religiose interdiocesano “SS. Apostoli Pietro e Paolo” di Capua.
Dopo i saluti di mons. Pietro Lagnese, vescovo di Caserta e arcivescovo di Capua, e di don Guido Cumerlato, direttore dell’Issr interdiocesano, ci sono stati gli interventi di mons. Carlo Villano, vescovo di Pozzuoli e Ischia, ma originario della diocesi di Aversa, la stessa di don Diana; di p. Ettore Franco, docente presso la Pftim – sezione S. Luigi ed animatore di comunità al Pontificio Seminario campano interregionale di Posillipo, negli anni della formazione di don Peppe Diana; Sergio Tanzarella, autore del testo e ordinario di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale di Napoli.
L’evento intitolato “30 anni di rinascita” si è tenuto presso l’aula magna “Card. A. Capecelatro” ed è stato moderato da Sergio Carriero, docente dell’Issr interdiocesano.
Dall’incontro è stato restituito alla figura di don Peppe Diana il vero senso della sua missione in quanto parroco: “Non un eroe né un superuomo dunque, ma un sacerdote affamato di vita da donare a tutti, voglioso di prendersi cura delle persone che vivevano nel presente: dai giovani agli ammalati e ai migranti. Una vita normale, eppure spezzata dell’assurdità delle logiche del sopruso e della violenza. Ma quella tragica uccisione continua a generare frutti di grazia non solo per il nostro territorio, come per tutte quelle realtà segnate da una volontà di riscatto dalla criminalità”, si legge in una nota della diocesi di Aversa, diffusa oggi.

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