“Tanti popoli, certo e anche tante lingue. Il cuore però è uno solo, un solo cuore per tutti”. Lo ha detto mons. Ciro Miniero, arcivescovo di Taranto, nell’omelia, poi tradotta anche in albanese e cingalese, della messa della ventesima edizione della Festa dei popoli, che si è tenuta ieri nella cattedrale Gran Madre di Dio. Insieme a lui, a celebrare, sacerdoti di diverse etnie. L’arcivescovo si è rivolto ai tanti fedeli di altrettante rappresentanze etniche che vivono nel capoluogo ionico e ai volontari tarantini che hanno a cuore le situazioni dei migranti sul territorio. La festa è stata promossa dall’Ufficio diocesano Migrantes, insieme all’Apostolato del mare. Le comunità di Ucraina, Sri Lanka, Romania, Albania, Polonia, Moldavia, Nigeria, Congo e di altre realtà provenienti dai Paesi latino-americani, dell’Africa, dell’Europa dell’Est, dell’Asia hanno rappresentato la propria cultura con stand gastronomici, artigianato, mostre allestite all’esterno della chiesa, performance, spettacoli folkloristici, canti e musiche etniche, fino al tardo pomeriggio. “Questa Festa è l’annuale incontro delle comunità etniche presenti nella diocesi – ha spiegato Marisa Metrangolo, direttrice di Migrantes – e racchiude l’attenzione quotidiana che come Ufficio abbiamo per ogni persona, in particolare attraverso lo Sportello itinerante immigrazione, rivolto soprattutto alle donne in difficoltà, con incontri che facciamo tutti i giorni ed è un momento molto atteso, in cui i migranti sono felici di far conoscere la propria identità la cultura e le tradizioni”.