Prosegue la serie di video realizzati dal Sir per cercare di comprendere meglio cosa sia l’Unione europea, per arrivare in questo modo più consapevoli alle elezioni europee che si svolgeranno dal 6 al 9 giugno in tutti i 27 stati membri, in Italia nei giorni 8 e 9 giugno, e che chiameranno alle urne quasi 359 milioni di elettori, 47 milioni solo nel Bel Paese, per eleggere 720 eurodeputati. Nel secondo capitolo, partendo come al solito da riflessioni offerte da quanto ascoltato nella quotidianità, si cerca di dare una risposta a ciò che in molti si domandano: cosa fa l’Unione europea per i cittadini? L’Unione europea ha competenze in almeno una ventina di settori che riguardano la vita di tutti i giorni di ogni cittadino europeo. Agisce secondo il principio di attribuzione, cioè secondo i poteri che sono affidati dagli Stati membri. Fra le competenze dell’Unione europea ci sono quelle relative alla libertà di circolazione, all’unione economica e monetaria, alla concorrenza, ai trasporti, quelle sull’agricoltura e la pesca, sulla lotta al cambiamento climatico e la difesa dell’ambiente, sulla sicurezza, l’energia e altro ancora. Un quadro generale che però non è esaustivo pensando a quello che a più riprese sentiamo ripetere da alcuni politici o chi per essi, e cioè che l’Unione europea “non fa nulla” (o, viceversa, “fa troppo”). Come è capitato ad esempio all’inizio della pandemia di Covid-19, per la questione della guerra in Ucraina o per il fenomeno migratorio. Proprio questi tre argomenti, cioè sanità, difesa comune e migrazione, sono infatti competenze per le quali i diversi Stati membri non hanno ceduto la piena competenza all’Unione europea e, per questo motivo, è più difficile intervenire. Basti pensare che per la pandemia di Covid-19, sono stati forzati un po’ i trattati, intervenendo grazie all’accordo tra i Paesi membri e le altre Istituzioni, così come avvenuto in occasione della crisi finanziaria del 2008 per poter salvare alcuni Paesi, tra cui la Grecia. Gli ultimi 5 anni di attività dell’Unione europea sono stati contraddistinti dalla risposta alla pandemia Covid-19, partendo dalle necessità dell’emergenza sanitaria, passando alla produzione ed approvvigionamento di vaccini, fino alla risposta alla crisi economica generata dalla stessa pandemia, per la quale è stato messo in campo il cosiddetto Next Generation Eu, da cui deriva il Pnrr – Piano nazionale ripresa e resilienza, cioè un fondo del valore di 750 miliardi di euro (191,5 miliardi di euro in favore dell’Italia) approvato nel luglio del 2020 dal Consiglio europeo. L’Unione europea si è occupata anche della guerra in Ucraina, di tutela dei diritti dei cittadini, politica energetica, cultura; ha trovato fondi per il lavoro, sostenendo piccole e medie imprese ed è in programma la ricerca di una soluzione per il sostegno agli agricoltori europei.