Primo maggio: mons. Cipolla (Padova), “equità retributiva, cultura della sicurezza, inclusione migranti”. “No a potenziare industria bellica, lavorare per la pace”

“Le direttive europee ci spronano a colmare il gap generazionale e di genere: un’ingiustizia che ancora pesa sull’ingresso nel lavoro, sulla retribuzione, sui ruoli dirigenziali, sulla maternità, sulla gestione della casa e l’accudimento di figli e genitori”, ma un’altra importante indicazione riguarda “l’equità retributiva prevedendo un salario minimo, che di fatto una grande percentuale di lavoratori in Italia non percepisce”, in particolare “migranti, giovani e donne”. Sono i primi passaggi del lungo intervento del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, ieri, alla festa del Primo maggio in piazza dei Signori. Il presule si è quindi soffermato sugli infortuni e incidenti sul lavoro, “spesso drammatici e fatali, come abbiamo visto direttamente nelle scorse settimane” che mostrano che le leggi “purtroppo non bastano se non cresce la consapevolezza comune che la vita e la salute di chi lavora sono sacre e in ogni lavoro vanno garantiti la sicurezza e il benessere sopra ogni altro interesse”.
Da mons. Cipolla l’invito a potenziare gli sforzi perché i migranti “non vengano sfruttati, ma siano riconosciuti nella loro dignità di persone e lavoratori”. “Va promossa con determinazione ferma – le parole del presule – una politica migratoria europea ed è dovere di tutti denunciare gli accordi che gli Stati europei siglano con i paesi di frontiera per bloccare e respingere i fratelli e le sorelle che fuggono dalle guerre, dalle catastrofi ambientali e dalle crisi provocate dall’ingiusto sistema economico mondiale”. E poi l’ambiente: “Le risorse del Next Generation Ue sono una preziosa opportunità, che va impiegata dall’agricoltura alla mobilità, dall’efficientamento energetico all’economia circolare per migliorare la qualità della vita a partire dagli ultimi e creare lavoro”. Per quanto riguarda il digitale, che “sta trasformando il mondo del lavoro e in realtà tutto il nostro vivere”, mentre “’intelligenza artificiale permea ogni nostro spazio d’azione e di pensiero”, si tratta di “grandi innovazioni” che “per porsi a servizio del benessere di tutti, necessitano di un’alleanza sovranazionale di tutti gli attori economici, politici e sociali europei”.
Mons. Cipolla ha quindi richiamato il contesto internazionale: “Non possiamo non interrogarci sulle ripercussioni economiche ma anche etiche che l’attuale situazione internazionale produce sul mondo del lavoro. Il conflitto russo-ucraino e la guerra nella striscia di Gaza che sta accendendo ulteriori focolai in Medio Oriente, stanno accrescendo negli stati europei gli investimenti per gli armamenti e la convinzione della necessità di un potenziamento dell’industria bellica. Non posso pensare che questa sia considerata una strada percorribile per far ripartire lo sviluppo dell’economia in Europa e negli Stati Uniti, magari giustificandola come sforzo per costruire la pace. La pace non si costruisce con le armi ma cercando di superare le motivazioni profonde che portano al conflitto e allo scontro”.
Infine “un invito e un impegno per ciascuno di noi, riprendendo un breve passaggio del messaggio dei vescovi italiani per questa giornata: ‘Ciascuno deve essere segno di speranza, soprattutto nei territori che rischiano di essere abbandonati e lasciati senza prospettive di lavoro in futuro, oltre che mettersi in ascolto di quei fratelli e sorelle che chiedono inclusione nella vita democratica del nostro Paese’. Parole che possono essere applicate per alcuni Paesi del mondo e per alcune regioni della nostra Italia, ma anche del nostro territorio del ricco Nord-est”.

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