In vista dell’imminente apertura della stagione turistica la diocesi di Rimini, attraverso il Servizio della Pastorale del Turismo, ha organizzato un incontro pubblico dedicato al confronto e all’approfondimento sul tema del turismo riminese come fattore rilevante per il territorio non solo da un punto di vista economico e di mercato, ma anche di incontro, relazione e comunità. L’incontro, dall’ampia partecipazione, ha visto gli interventi di diversi relatori, legati sia alle istituzioni locali sia al comparto turistico, oltre che al mondo accademico, che hanno portato le proprie riflessioni con sensibilità e prospettive differenti.
Un’iniziativa che è diventata occasione per il vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi, di ragionare, alla vigilia della sua seconda stagione turistica in Romagna, sul valore che il settore porta sul territorio da un punto di vista umano e comunitario. “Alla Chiesa stanno a cuore le persone, le famiglie, il loro benessere, la loro gioia, la felicità – le parole di mons. Anselmi –. Una vita felice è il desiderio di Dio nei nostri confronti. E il mondo del turismo nella nostra diocesi ha a che fare con questo desiderio profondo della Chiesa e di Dio. Ogni persona necessita di riposo, di momenti di gioia e di pace. Gesù stesso nel Vangelo dice ai discepoli: ‘Venite qui e riposatevi un po’’. Riposarci per stare assieme, meditare, pregare, scoprire, guardare. Il mondo del turismo – ha proseguito il presule – offre alle famiglie spazi di serenità e la possibilità di ritrovarsi in modo gioioso. Come nei ritmi forsennati della vita quotidiana rischiamo un po’ di perderci, nel riposo possiamo invece ritrovarci. Il turismo, in particolare quello riminese, possa sempre più caratterizzarsi come un turismo di relazione, fondato cioè sullo stare assieme. Questa è la strada da percorrere: operatori, turisti e Chiesa di Rimini insieme”.
Presente anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, che a proposito di turismo ha parlato di “tenere in equilibrio l’economia e l’anima: ogni proposta deve fondarsi sulle caratteristiche dei luoghi e delle persone che li abitano. A Rimini non vogliamo l’effetto del villaggio turistico standardizzato”.