La polemica delle ultime settimane sulla “possibilità dei consultori di collaborare con realtà territoriali di volontariato, che hanno una consolidata esperienza nel prendersi cura della maternità e dunque anche del figlio che vive nel grembo della mamma, ha fatto emergere purtroppo molti pregiudizi nei confronti di chi, come il Movimento per la vita – realtà strutturalmente e metodologicamente diversa da Provita e Famiglia onlus con cui troppo spesso è confusa –, svolge da decenni un’opera di servizio accanto a donne in situazioni particolarmente difficili per una gravidanza imprevista e osteggiata, spesso dagli stessi partner, dai datori di lavoro, dalle famiglie”. Si apre così una nota diffusa il 1° maggio dal Mpv che nel suo servizio, reso attraverso i Centri di aiuto alla vita, le Case di accoglienza, Sos Vita e Progetto Gemma, dal 1975 ad oggi ha accolto, sostenuto ed accompagnato 856mila donne nel nostro Paese.
“Inspiegabile in particolare – prosegue la nota – è sembrato il clima di aperta ostilità con cui è stato espresso, sui media e da parte di esponenti della politica, il dissenso verso l’operato dei volontari dei Centri di aiuto alla vita, mostrando spesso di non avere la minima idea di cosa facciano realmente ogni giorno da anni, di come operino, dello stile di accoglienza – sempre con e per le donne, accanto alle donne –, della gratitudine che proprio le donne manifestano apertamente per il sostegno e la disponibilità ricevuti in un momento di difficoltà”. Chi sta “accanto alle donne, ai nascituri, ai neonati, ai bambini, alle famiglie – si legge ancora nel testo – sente ora il dovere di chiedere che i toni si abbassino e si torni ad ascoltarsi, nell’interesse di tutti, e in particolare delle persone che vivono situazioni difficili della propria vita”.