Cinque proposte per abbassare i toni dell’ingiustificata polemica sull’eventuale presenza nei consultori di volontari dei Centri centro di aiuto alla vita. A formularle – in una nota diffusa il 1° maggio – è il Movimento per la vita italiano (Mpv).
Anzitutto l’invito a “giudicare l’intervento regolatorio appena varato alla luce dell’effettivo dettato della legge 194, che all’articolo 2 – come noto – prevede che ‘i consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita'”. Conoscere la presenza già in atto da anni dei Centri di aiuto alla vita “nelle istituzioni sanitarie sulla base di accordi trasparenti e nella reciproca soddisfazione, lungi da qualunque intento ideologico”, la seconda proposta.
Quindi “rispettare il pensiero – fondato sulla scienza e sulla ragione – di chi riconosce nel non nato un essere umano a pieno titolo, ‘uno di noi’, uguale in dignità a tutti gli esseri umani e perciò titolare dei fondamentali diritti dell’uomo. La stessa Convenzione sui diritti del fanciullo, ratificata dall’Italia, chiede che il bambino sia legalmente protetto anche prima della nascita”. E ancora: “Dialogare senza pregiudizi ascoltando le ragioni gli uni degli altri col sincero interesse di capire come arricchire il proprio punto di vista”. Infine, “trovare un terreno comune di azione per ridurre il ricorso all’aborto una volta che il concepimento è avvenuto e aiutare le troppe donne che ancora sono costrette a interrompere una gravidanza per indigenza, emarginazione, violenza, abbandono, pressioni ambientali”. “Lavoriamo insieme a una società accogliente verso ogni vita umana, a cominciare da quelle più vulnerabili e fragili”, l’auspicio conclusivo del Mpv.