Papa a Verona: incontro con sacerdoti e consacrati, “preti creativi”. “Perdonate tutto, non torturate i penitenti”

(Foto Vatican Media/SIR)

“L’audacia è un dono che questa Chiesa conosce bene. Se c’è infatti una caratteristica dei preti e dei religiosi veronesi, è proprio quella di essere intraprendenti, creativi, capaci di incarnare la profezia del Vangelo”. Così Papa Francesco nel suo discorso ai sacerdoti e ai consacrati durante il primo appuntamento della sua visita a Verona, nella basilica di San Zeno. Il Pontefice ha ricordato “tanti sacerdoti, religiosi e laici nell’Ottocento, che oggi possiamo venerare come santi e beati”. “Testimoni della fede che hanno saputo unire l’annuncio della Parola con il servizio generoso e compassionevole dei bisognosi, con una ‘creatività sociale’ che ha portato alla nascita di scuole di formazione, di ospedali, case di cura, case di accoglienza e luoghi di spiritualità”.
Ricordando ancora questi santi e sante “immersi nella storia turbolenta del loro tempo”, il Papa ha ribadito che “attraverso la fantasia della carità animata dallo Spirito Santo, riuscirono a creare una specie di ‘santa fratellanza’, capace di andare incontro ai bisogni dei più emarginati e dei più poveri e di prendersi cura delle loro ferite”. “Una fede che si è tradotta nell’audacia della missione. Ci serve questo anche oggi: l’audacia della testimonianza e dell’annuncio, la gioia di una fede operosa nella carità, l’intraprendenza di una Chiesa che sa cogliere i segni del nostro tempo e rispondere alle necessità di chi fa più fatica. A tutti, lo ripeto, a tutti dobbiamo portare la carezza della misericordia di Dio”.
Guardando ai sacerdoti ministri del sacramento della penitenza, il Papa si è rivolto loro dicendo: “Perdonate tutto. E quando la gente si viene a confessare ‘per favore, non torturate i penitenti’. E perdonare senza far soffrire. La Chiesa ha bisogno di perdono e voi siete lo strumento perdonare. A tutti dobbiamo portare la carezza della misericordia di Dio. Soprattutto a chi si trova ai margini”. “Specialmente a chi ha sete di speranza, a chi si trova costretto a vivere ai margini, ferito dalla vita, o da qualche errore commesso, o dalle ingiustizie della societàche vanno sempre a scapito dei più fragili. Perdonare tutti!”.

(Foto Vatican Media/SIR)

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