Papa a Verona: incontro con sacerdoti e consacrati, “memoria della chiamata” per “non promuovere noi stessi, ma il Vangelo”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Io ho voluto incominciare salutando queste donne che sono monache di clausura. Nella clausura non si perde la gioia. Sono brave, non fanno mai chiacchericcio”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto la sua visita a Verona, prima dell’incontro con i sacerdoti e i consacrati, nella basilica di San Zeno. Poco prima, il Pontefice aveva salutato padre Ibrahim Faltas e benedetto una statua del Cristo che il frate francescano porterà in Terra Santa.
Parlando con i sacerdoti, il Papa si è soffermato su due punti: la “chiamata ricevuta che sempre va accolta” e la “missione da portare avanti sempre con audacia”. “Cerchiamo di non perdere mai lo stupore della chiamata – ha aggiunto –, ricordare il giorno in cui il Signore mi chiama. Questo ci porta gioia. Anche piangere di gioia per il momento della chiamata. Sempre dobbiamo avere la memoria con noi”. Quindi, il Papa ha ammonito: “Se smarriamo questa coscienza e questa memoria rischiamo di mettere al centro noi stessi invece che il Signore. Senza questa memoria rischiamo di agitarci attorno a progetti e attività che servono più a nostre cause invece che a quelle del Vangelo. Rischiamo di vivere l’apostolato nella logica della promozione di noi stessi e alla ricerca del consenso, anche cercando di fare carriera, invece di spendere la vita per il Vangelo e per un servizio gratuito alla Chiesa. Lui ha scelto noi”. Quindi ha esortato tutti, “nei momenti della delusione”, a “non fermarci, resistere”.

(Foto Vatican Media/SIR)

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