Papa a Verona: incontro Arena di Pace, “per porre fine a ogni forma di guerra e di violenza, bisogna stare a fianco dei piccoli”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Per porre fine ad ogni forma di guerra e di violenza bisogna stare a fianco dei piccoli, rispettare la loro dignità, ascoltarli e fare in modo che la loro voce possa farsi sentire senza essere filtrata”. Così Papa Francesco, partecipando all’incontro “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”, ha risposto alle domande di alcuni rappresentanti dei diversi Tavoli di lavoro, nell’Arena di Verona.
Il Pontefice si è rivolto a 
Elda Baggio di “Medici senza frontiere” presente all’incontro assieme a João Pedro Stédile, che porta dal Brasile con sé l’esperienza del Movimento dei senza terra. “Incontrare i piccoli e condividere il loro dolore. E prendere posizione al loro fianco contro le violenze di cui sono vittime, uscendo dalla cultura dell’indifferenza che si giustifica tanto”, ha aggiunto. E parlando a braccio ha rivolto il pensiero al lavoro minorile: “I piccoli soffrono per colpa nostra, siamo responsabili di tutti. Ma oggi il Premio Nobel che possiamo dare a tanti di noi è il Premio Nobel del Ponzio Pilato. Perché siamo maestri nel lavarci le mani”.
Nelle parole del Papa l’esigenza di una conversione che “cambia la nostra vita e il mondo”. “Una conversione che riguarda tutti noi singolarmente, ma anche come membri delle comunità, dei movimenti, delle realtà associative a cui apparteniamo, e come cittadini. E riguarda anche le istituzioni, che non sono esterne o estranee a questo processo di conversione. Il primo passo è riconoscere che non siamo noi al centro, né le nostre idee e visioni. E poi accettare che il nostro stile di vita inevitabilmente ne sarà toccato e modificato. Quando stiamo a fianco dei piccoli siamo ‘scomodati’”. La via indicata da Francesco è quella di “camminare con loro”. “Ci costringe a cambiare passo, a rivedere ciò che portiamo nel nostro zaino, per alleggerirci di tanti pesi e zavorre e fare spazio a cose nuove. Allora è importante vivere tutto questo non come una perdita, ma come un arricchimento, una potatura sapiente, che toglie ciò che è senza vita e valorizza ciò che è promettente”.

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