Missioni: Istituto Consolata Torino, primo anno di attività del Polo Cultures and Mission

Un anno dedicato alla “costruzione di ponti tra i popoli” e per rendere sempre più “accessibile la cultura”. Sono i due cardini attorno ai quali è ruotata l’attività nel primo anno di di vita del “CAM – Cultures and Mission”, il Polo culturale missionario nato ad aprile 2023 dal desiderio dell’Istituto Missioni Consolata di valorizzare il prezioso patrimonio etnografico e naturalistico, presente in Casa Madre a Torino fin dagli inizi del Novecento. Il bilancio del lavoro svolto è stato fatto ieri nel corso di un evento presso la sede di via Cialdini 4 sempre a Torino.
È stato, si legge in una nota, “un primo anno all’insegna dell’intercultura e dell’inclusione per generare un impatto positivo a cascata che possa coinvolgere sempre più persone, superando ostacoli come disponibilità economiche o disabilità”. Obiettivo del Cam è stato anche quello di arrivare ad “un’educazione estesa e profonda al superamento dei pregiudizi e alla costruzione di legami di fratellanza tra le persone e tra i popoli, per allargare gli orizzonti geografici, culturali e spirituali”.
Per questo, la sede è stata attrezzata per la fruizione dell’esposizione da parte di persone con disabilità e disturbi della comunicazione grazie ai supporti in simboli Caa (Comunicazione aumentativa alternativa), sviluppati con Fondazione Paideia, per raggiungere anche le persone con bisogni comunicativi complessi che non hanno accesso alla comunicazione verbale. Inoltre un Virtual Tour è a disposizione dei visitatori con disabilità motorie complesse che non possono raggiungere il Polo. In collaborazione con l’Istituto dei Sordi di Torino sono stati tradotti i video nella Lingua italiana dei segni (Lis) e, con il supporto dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Torino, è stato creato un percorso esplorativo tattile attraverso otto oggetti materiali, lavorando fortemente all’accessibilità a non vedenti e ipovedenti.
Il riconoscimento della proposta culturale del Cam è venuto anche grazie a Fondazione Crt (che ha supportato i lavori di recupero strutturale), dalla Compagnia di San Paolo (attraverso la partecipazione ad alcune attività culturali), dalla Regione Piemonte (con i contributi per alcune attività espositive).

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