Afghanistan: Save the Children, inondazioni hanno ucciso almeno 200 persone, compresi bambini, e distrutto più di 3mila case

I bambini e le loro famiglie vivono sotto gli alberi o tra le rovine delle loro case dopo che un villaggio è stato quasi completamente distrutto dalle inondazioni improvvise che hanno devastato la provincia di Baghlan, nel nord dell’Afghanistan, una settimana fa. È l’allarme lanciato oggi da Save the Children, sottolineando che secondo le autorità de facto, le inondazioni che hanno colpito il Paese hanno ucciso almeno 200 persone, compresi bambini, e lasciato molte altre senza casa.
In un comunicato viene evidenziato che il distretto di Burka, nella provincia di Baghlan, è una delle aree più gravemente colpite dagli allagamenti, con molte persone che, dopo aver perso tutto, dipendono interamente dall’assistenza umanitaria. Secondo le ultime stime, in questa area sono state distrutte più di 3.100 case, mentre rimangono ancora da valutare i danni a quattro distretti della provincia poiché ad oggi è ancora inaccessibile la strada per raggiungerli. Man mano che le operazioni di salvataggio continueranno, purtroppo è probabile che i numeri del disastro siano destinati ad aumentare.
Save the Children gestisce una clinica mobile a Baghlan come parte del suo programma di risposta alle emergenze. La clinica è composta da medici, specialisti in salute mentale e protezione dell’infanzia, nonché spazi mobili a misura di bambino. I bambini che vivono nelle aree colpite dalle alluvioni hanno scarso accesso all’acqua pulita e alcuni segnalano problemi allo stomaco alle nostre équipe sanitarie che finora hanno fornito servizi a 1.758 persone. “Negli ultimi tre giorni – spiegano dall’Ong – abbiamo inoltre distribuito 50.000 litri di acqua potabile e, in collaborazione con i partner locali, abbiamo consegnato beni essenziali, tra cui coperte, vestiti per bambini e kit per la cucina e l’igiene”.
“Le conseguenze di queste inondazioni devastanti – ha dichiarato Arshad Malik, direttore in Afghanistan di Save the Children – sono immediati ma anche a lungo termine. I bambini hanno urgente bisogno di acqua pulita e assistenza sanitaria affinché il disastro esistente non venga ulteriormente peggiorato da un’epidemia. Molti di loro, soprattutto quelli che hanno perso i propri cari, hanno bisogno anche di sostegno psicologico”. “L’80% degli afghani fa affidamento sull’agricoltura per il proprio reddito”, ha aggiunto, osservando che “non esiste una soluzione rapida per le migliaia di acri di terreni agricoli devastati dalle alluvioni. Non esiste una soluzione semplice per i mezzi di sussistenza che sono stati ancora una volta decimati dagli effetti della crisi climatica. Più della metà della popolazione afghana ha bisogno di assistenza umanitaria. Con un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale dei donatori, possiamo affrontare insieme gli impatti immediati e a lungo termine della crisi climatica in Afghanistan e aiutare le comunità a prepararsi agli impatti delle condizioni meteorologiche estreme”.

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