Alcune “situazioni complicate, che producono confusione nei fedeli”, devono essere “sempre evitate, assumendo un coinvolgimento più veloce ed esplicito di questo Dicastero ed evitando che il discernimento punti verso una dichiarazione di ‘soprannaturalità’, con forti aspettative, ansie e persino pressioni al riguardo”. È il punto centrale delle nuove Norme del Dicastero per la Dottrina della Fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, diffuse oggi, in cui si stabilisce che la dichiarazione di “soprannaturalità” venga, di norma, sostituita o da un “Nihil obstat, che autorizza un lavoro pastorale positivo, o da un’altra determinazione adatta alla situazione concreta”. Le procedure previste dalle nuove Norme, con la proposta di sei possibili decisioni prudenziali, “permettono di giungere in un tempo più ragionevole a una decisione che aiuti il vescovo a gestire la situazione relativa a eventi di presunta origine soprannaturale, prima che essi acquistino dimensioni molto problematiche, senza un necessario discernimento ecclesiale”, spiega il card. Victor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero, nell’introduzione al documento. Tuttavia, “rimane ferma la possibilità che il Santo Padre intervenga autorizzando, in via del tutto eccezionale, ad intraprendere una procedura al riguardo di un’eventuale dichiarazione di soprannaturalità degli eventi: si tratta, infatti, di un’eccezione, che di fatto è avvenuta negli ultimi secoli solo in pochissimi casi”. D’altra parte, come previsto dalle nuove Norme, resta ferma la possibilità di una dichiarazione di “non soprannaturalità” solo “quando emergono segni oggettivi e chiaramente indicativi di una manipolazione presente alla base del fenomeno, ad esempio quando un presunto veggente dichiara di aver mentito, o quando le prove indicano che il sangue di un crocifisso appartiene al presunto veggente, eccetera”.