“La Santa Sede segue da vicino il processo di integrazione europea fin dalla fondazione di questa Organizzazione, esprimendo il proprio profondo interesse per il suo operare come progetto di pace con l’ideale di un processo inclusivo di crescita ispirato da uno spirito di partecipazione e solidarietà”. Sono parole dell’arcivescovo Paul Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, che oggi a Strasburgo è intervenuto alla sessione annuale del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, di cui la Santa Sede è membro osservatore. Gallagher ha fatto riferimento al “prolungato conflitto tra Russia e Ucraina” rispetto al quale ha ricordato l’“impegno umanitario” della Santa Sede nel facilitare il ritorno dei bambini ucraini nel loro Paese, e ha ribadito “solidarietà e preghiere per la popolazione ucraina”. L’arcivescovo ha fatto inoltre un accenno alla nuova Convenzione sull’intelligenza artificiale, adottata oggi: come ha detto Francesco, è necessario non solo prevenire pratiche dannose, ma anche incoraggiare buone pratiche, e contribuire a porre fine a guerre e conflitti e ad alleviare tante forme di sofferenza. Gallagher infine ha parlato dell’impegno della Santa Sede “per una continua e fruttuosa collaborazione con il Consiglio d’Europa” e della convinzione “che il multilateralismo può e deve essere rinnovato, soprattutto prestando particolare attenzione all’inviolabilità della dignità di ogni persona umana e ai diritti umani universali”. Gallagher ha concluso augurando che il 75° anniversario del CdE “costituisca un’opportunità per evidenziare il ruolo cruciale di questo Consiglio nel contribuire alla pace duratura così necessaria per questa amata Europa”.