“L’appuntamento delle elezioni europee, come quello delle elezioni amministrative che interessa diversi Comuni del nostro territorio, rappresenta un momento forte della vita democratica del nostro Paese: è data a tutti, infatti, la possibilità di rendersi protagonisti nel determinare i rappresentanti del popolo nelle istituzioni”. Lo scrivono, in una nota congiunta, la Commissione diocesana per la pastorale sociale e il Comitato organizzatore delle Settimane sociali diocesane di Vittorio Veneto, in vista del prossimo appuntamento elettorale dell’8 e del 9 giugno, offrendo alcuni spunti che riteniamo utili perché ciascuno possa approfondire la propria riflessione.
Il primo spunto riguarda “la politica come espressione della carità e l’opportunità dell’impegno dei cristiani”: “È importante che i cristiani si sentano chiamati a vivere, anche in prima persona, l’impegno politico per il bene comune: in tal modo essi esprimono la propria partecipazione nella crescita della società e possono portare in essa la bellezza e la virtù del Vangelo. Proprio questa testimonianza di fede, pur nel rispetto della laicità delle istituzioni democratiche, potrà dare qualità e profondità tanto alle relazioni sociali, quanto alle scelte politiche ed economiche”.
Il secondo spunto concerne “la giustizia come criterio fondamentale”: alla luce del Vangelo e dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa, “nel contesto geopolitico attuale”, emerge “un chiaro ‘no’ alla guerra e, a monte, alla produzione e all’uso delle armi”; in secondo luogo, “è necessario un voto per il futuro dell’Europa, che garantisca quella coesione che trascende i particolarismi”. “Primaria” è inoltre “l’urgenza di investire sulla ricerca di nuovi percorsi scientifici, economici e sociali per custodire la nostra ‘casa comune’, cioè il creato con tutte le sue interconnessioni”. Pure “la tutela della vita umana, dal concepimento alla morte, deve oggi ritornare ad essere ribadita come priorità a fronte di una costante riduzione dell’essere umano a oggetto, tanto più in una cultura come la nostra in cui il preoccupante calo demografico si coniuga anche con ragioni e scelte di carattere individualistico, insieme alla mancanza di adeguate politiche di sostegno alle famiglie”. Allo stesso tempo, “occorre che la vita e la dignità umana siano tutelate anche a fronte di soprusi che oggi ancora molte persone patiscono”, come ad esempio nel mondo del lavoro oppure negli ambiti della vita sociale in cui permangono lo stigma e la discriminazione a causa dell’identità di genere o dell’appartenenza etnica.
Il terzo spunto riflette sull’Unità europea come valore da difendere e promuovere: “Le sfide e le priorità che oggi ci attendono sono impensabili da affrontare se non nel contesto di un’Europa davvero unita”. Il sogno europeo è “tuttora un progetto non ancora pienamente attuato. Certamente negli anni sono stati compiuti importanti passi avanti, ma spesso l’Unione europea con le sue istituzioni è ancora percepita come ‘lontana’, se non addirittura ostile. Chiaramente non tutto è giustificabile e tutto è perfettibile, tuttavia la potenzialità di un’Europa unita supera le sue criticità, come dimostrano i lunghi decenni di pace e di coesione che i Paesi europei hanno vissuto”. Oggi la “solidarietà di fatto”, antitesi a spinte nazionaliste o a lobbismi di varia natura, “ha bisogno di essere oggi riaffermata perché la fraternità europea si realizzi e cresca”.
Infine, “la partecipazione nell’impegno quotidiano e la partecipazione al voto”: “È fondamentale favorire strumenti e luoghi di partecipazione che, in quanto spazi di mediazione e di confronto, possano arricchire il tessuto sociale di quell’etica civile e di quella matura consapevolezza che generano capacità di sguardo sulle potenzialità del presente e rilanciano il futuro con prospettive lungimiranti”.