Giovani Università italiane: Roma, Ucbm entra nella top ten

Entra nella top ten delle giovani Università italiane con meno di 50 anni l’Università Campus Bio-Medico di Roma. L’ateneo romano è tra le migliori università al mondo secondo la classifica World University Rankings, curata dalla organizzazione britannica “Times Higher Education” specializzata nella valutazione dei sistemi universitari internazionali di tutto il mondo.
La classifica internazionale pone Ucbm come ottavo ateneo italiano con un 79° posto assoluto sui 1.171 atenei che hanno presentato la domanda in tutto il mondo.
“La nostra Università approda da subito nella parte alta della classifica mondiale dei giovani atenei, tra le più autorevoli università del mondo insieme ai protagonisti della formazione, ricerca e innovazione globale”, ha detto il rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Eugenio Guglielmelli, esprimendo la sua soddisfazione.
“Stiamo crescendo per offerta e qualità dei corsi di studio e nella capacità di seguire i nostri studenti lungo tutto il percorso universitario, dalla didattica al tutorato, dalla dimensione internazionale alle attività aggregative e sportive, al placement e alla formazione professionale continua. Siamo convinti che la strada di una formazione integrale e multidisciplinare verrà premiata dagli studenti nei prossimi anni”, aggiunge.
“Questo risultato, che giunge nel corso delle celebrazioni per il nostro trentennale, è un ottimo segnale per tutti noi che ci impegniamo a rendere il nostro Campus Bio-Medico di Roma un luogo accogliente e adatto per studiare e crescere. Ed è uno stimolo fondamentale per il miglioramento continuo del nostro ancora giovane ateneo, affinché possa contribuire a sempre più rilevanti risultati di ricerca, alla loro valorizzazione per l’impatto sociale e ad offrire anche nei prossimi anni percorsi sempre più adeguati ai tempi e capaci di formare professionisti orientati al benessere della persona in tutte le sue forme, allo sviluppo sostenibile (SDGs 2030) e alla salute di tutto il nostro Pianeta (One Health)”, conclude.

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