Cammino sinodale: mons. Castellucci al clero di Catanzaro-Squillace, la prossimità “come veicolo di annuncio”

“Papa Francesco non perde occasione per ricordarci che siamo discepoli missionari, oltre che apostoli”. Lo ha detto questa mattina mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi e presidente del Comitato nazionale del cammino sinodale, incontrando nella chiesa di Roccelletta di Borgia i sacerdoti e diaconi dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace. Un incontro preparato e voluto dall’arcivescovo Claudio Maniago per continuare la riflessione e il lavoro avviato in questi anni sul cammino sinodale e sull’essere Chiesa oggi. Per mons. Castellucci “molta gente non si ricorda le prediche, le meditazioni che facciamo, ma persone che non sono assidue o addirittura non sono praticanti, si ricordano quella volta in cui è morta la mamma e noi siamo stati lì, accanto, magari con una mano sulla spalla. Quello che fa ardere il cuore, tante volte, non è per quanto dobbiamo curare l’omelia, la predicazione, non è la parola che diciamo, ma camminare accanto lungo la via”. Un’altra richiesta in questo Cammino sinodale è quella della prossimità, “un veicolo di annuncio: Gesù non solo si avvicina delicatamente, ma accompagna l’intero cammino”. La forza di Gesù è quella di trarre un insegnamento “dall’esperienza occasionale”, “non contrappone l’idea all’esperienza, ma dall’esperienza aiuta i discepoli a trarre l’idea, insegnandoci che è dall’esperienza che si ricava il regno di Dio”. Questo aspetto, che “non è facile, riguarda anche la catechesi che non può essere più intesa solo come la dottrina da trasmettere. Perché poi i ragazzi e gli adulti devono riuscire a leggere l’esperienza e confrontarla e bagnarla nel Vangelo”. Facendo riferimento a giovani chiese come quelle in Madagascar, mons. Castellucci ha infine evidenziato che “non c’è abbondanza di mezzi, ma abbondanza di giovani entusiasti, di gioia, di essere lievito, che a noi manca”: “dobbiamo essere capaci di produrre uno stile di chiesa preoccupato, come Gesù, più dell’essere che non di contarsi, di imporsi”. Per l’arcivescovo mons. Maniago – che ha concluso l’incontro – “la vera sfida riguarda uno stile e il modo di essere Chiesa che parte dall’ascolto della Parola di Dio e dall’ascolto vicendevole per poi orientarsi nel cammino”.

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