“Attualmente, metaforicamente, ci sono tre generi musicali: il genere musicale ultra-liberalista, lo spartito radical chic e quello populista. Manca il nostro spartito che chiamiamo relazionale-personalista. Per suonare occorre l’intelligenza relazionale senza la quale non si può essere né felici né produttivi economicamente”. Lo ha detto Leonardo Becchetti, economista e docente di Economia politica presso l’Università di Tor Vergata, intervenendo all’Istituto Arrupe di Palermo alla presentazione di “Piano B. Uno spartito per rigenerare l’Italia” firmato da 15 studiosi italiani. “Aggiungiamo un’altra parola chiave che è la generatività; le persone hanno dentro un contatore che indica se quello che fanno potrà avere un impatto positivo o negativo sugli altri. Le nostre parole chiavi dello spartito sono: felicità, intelligenza relazionale e generatività. Il secondo ingrediente straordinario è che, pur avendo ruoli e competenze diverse, ci siamo trovati in sintonia – ha continuato Leonardo Becchetti -. Il terzo ingrediente è la capacità di fare conoscere tutte le buone pratiche che sono la speranza concreta. Il quarto ingrediente è la nostra capacità di fare eventi culturali. Il quinto ingrediente sono tutte le reti che esistono”.
L’auspicio di Becchetti è che “questa partitura musicale possa diventare centro di gravità per i partiti vecchi e nuovi e per l’opinione pubblica”. “È il momento che la società civile abbia piena coscienza di sé e della sua grande forza. Adesso, dobbiamo fare la seconda parte in cui si deve suonare insieme. Lo si potrà fare aderendo alla mission, dando un contributo culturale, un contributo operativo o un contributo organizzativo. Insieme proveremo a diventare una comunità educante digitale per suonare questa nuova musica”.