Associazioni: Roma, il 19 maggio una giornata per celebrare i 70 anni del Masci

Il 20 giugno 1954, presso la Domus Pacis in Roma, è stato fondato il Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani). Il Masci, che registra nel Paese più di 6.000 associati, celebra il suo 70° con una staffetta di eventi regionali che nel Lazio sono previsti domenica 19 maggio, dalle 9.30, a Roma, presso il Parco di Centocelle, alle ore 17, presso il Parco di Centocelle, dove verranno allestiti una mostra fotografica dei momenti significativi della storia del Masci e alcuni stand per la presentazione di iniziative e progetti delle comunità Masci del Lazio e con oggetti e ricordi della tradizione scout. Alle 10.30, preceduto dai saluti del presidente del V Municipio Mauro Caliste e del segretario nazionale del Masci Mimmo Cotroneo, è previsto un dibattito sul tema “Progettiamo la speranza… fare rete” condotto da Carla Collicelli, docente della Sapienza Università di Roma, con il segretario regionale del Masci Lazio Alberto Cuccuru, le assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi e al Welfare Barbara Funari di Roma Capitale, la portavoce del Lazio per il Terzo Settore Francesca Danese, la presidente delle Acli di Roma Lidia Borzì e la portavoce della Comunità di Manziana per il progetto “Fragilità e nuove generazioni” Giusy Di Santo. Lo slogan delle celebrazioni per i 70 anni della Fondazione del Masci è “Più vita alla vita”. L’incontro prevede inoltre, alle 12, l’esibizione del Coro “Altrenote” (oltre 20 elementi) con canti, musiche e melodie della tradizione popolare e religiosa dal mondo. La giornata proseguirà alle 15.30 con una riflessione sulla pace, con la partecipazione di una rappresentanza di scout ucraini. L’evento – informano i promotori – sarà anche l’occasione per avviare una raccolta fondi per tre progetti che vogliono rappresentare il significato di questi 70 anni di scautismo adulto: la donazione di una culla termica al Centro di prima accoglienza di Lampedusa, la realizzazione del Bosco dell’Educazione con 21 alberi ad Argenta dove don Giovanni Minzoni fu ucciso nel 1923 per mano fascista proprio perché dell’educazione libera dei giovani ne aveva fatto la sua missione, la costruzione di un laboratorio di falegnameria nello Zambia per creare e dare un’opportunità di lavoro.

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