Salute: Vicari (Tavolo autismo), “diagnosi precoce e trattamenti evidence-based che prendano in carico anche la famiglia”

“Unire le esperienze di Centri di matrice cattolica altamente specializzati nel Dsa (Disturbi dello spettro autistico)” è il primo obiettivo del Tavolo sull’autismo istituito da alcuni anni presso l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei. A presentarne attività e obiettivi è il coordinatore scientifico Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università Cattolica di Roma e responsabile Uoc Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Intervenendo oggi alla sessione sul prendersi cura delle persone con Dsa nella cornice del XXV Convegno nazionale di pastorale della salute promosso dall’Ufficio Cei a Verona fino al 15 maggio, Vicari ha spiegato che il Tavolo intende inoltre condividere esperienze cliniche e scientifiche, e individuare percorsi comuni per l’approccio alla condizione facendo tesoro dell’esperienza di ciascun Centro. Ma anche “produrre linee guida di intervento – o almeno buone pratiche – diventando fonte di stimolo non solo per i Centri afferenti al Tavolo, ma per tutta la comunità internazionale”. Obiettivo, “costruire una cultura di approccio al bambino, all’adolescente e all’adulto con Dsa con possibili interventi che diano risultati concreti a sostegno delle famiglie e dei clinici”. Essenziale “una cultura di trattamenti evidenze-based, ossia sottoposti a valutazione scientifica”, ha precisato lo psichiatra sottolineando che nell’ambito del neurosviluppo, e in particolare dell’autismo, “fioriscono trattamenti di tutti i tipi” come “la mototerapia, ossia l’uso della motocicletta sulla quale – ha sottolineato ironicamente – il Parlamento ha trovato il tempo di dibattere”. Insomma, “c’è molta fantasia mentre occorre fare riferimento solo ai dati della letteratura scientifica”. Un elemento di criticità è la diffusione a macchia di leopardo dei centri specializzati: “Nel nostro Paese vi sono regioni quasi del tutto sprovviste di servizi per bambini, adolescenti e adulti con Dsa. Questo si traduce nella necessità di adeguate politiche sociosanitarie”. Nel 2023 il Tavolo ha prodotto un glossario sul Dsa, “un supporto a famiglie, operatori, volontari e pazienti stessi per fare chiarezza sul tema e superare lo stigma e i preconcetti frequentemente associati alla condizione”. Importante formare anche i genitori: “aiutarli ad interagire con il proprio figlio migliora la qualità di vita di quest’ultimo, quella dei genitori, ma anche la capacità comunicativa e relazionale del bambino”. Per Vicari, la collaborazione tra genitori e professionisti è “essenziale per un’effettiva presa in carico dell’individuo con Dsa e della sua famiglia. Le buone pratiche clitico assistenziali dovrebbero coinvolgere l’intero sistema familiare attraverso un’attiva progettazione di interventi psicoeducativi”. Infine, “la collaborazione tra Centri che condividono le stesse basi scientifiche e, soprattutto, la stessa visione antropologica, sono un’arma in più”.

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